L’universo di Nicola Scarato, artista vicentino


FRANCESCO CARACCIOLO
- Un viaggio straordinario in un universo fantastico che va oltre l'apparenza.

Nicola Scarato (fig. 1), originario di Montecchio Maggiore, ha esposto in numerose mostre: nel 2023 ha presentato una sua personale a Brendola, nello straordinario contesto di Villa Vescova; altri spazi in cui l’artista ha potuto esporre i suoi lavori sono la Villa da Porto a Montorso vicentino e a Porta Brescia in Peschiera del Garda. Muove i primi passi sin da bambino ed intraprende un percorso da autodidatta che lo porterà molto presto ad esplorare numerosi campi dell’arte, partendo dall’informale, che lo contraddistinguerà sempre, fino ad approdare gradualmente al Simbolismo, all’arte materica e persino alla forza dirompente di Francis Bacon.
(Fig. 1 Nicola Scarato)

Le sue tecniche del colore spaziano dall' olio agli smalti, dall' acrilico al disegno più minuto. Esordisce con dipinti che hanno come soggetto i "paesaggi marini", dal colore carico ed intenso per poi dedicarsi completamente alle sperimentazioni di ampie superfici sulla tela attraverso il contrasto tra il bianco ed il nero e le infinite tonalità dei grigi e dei chiaro-scuri (fig. 2).

(Fig. 2 Nicola Scarato, Senza titolo, Bianco e nero)

È un artista davvero originale per le sue visioni "dantesche" e soprattutto per l'uso espressionistico del colore con cui plasma la materia che per lui è trasfigurazione onirica ed apocalittica.
Come nel periodo nero di Goya, anche Nicola esprime non solo gli stati d'animo ma soprattutto delle visioni che si materializzano attraverso delle prospettive molto ardite e immaginifiche.
Per leggere le sue grandi tele, occorre molta attenzione e concentrazione poiché si può scorgere ogni volta sempre un particolare nuovo ed inedito.
Usa le tele rivestite con carta oppure stende il colore su pannelli di carta patinata.
Belli i suoi autoritratti (fig. 3), ma anche i suoi paesaggi che rivivono sulla tela come delle chimere irraggiungibili.

(Fig. 3 Nicola Scarato, Autoritratto)

Nel ritratto della sorella c’è grande introspezione psicologica ed essenzialità delle forme: il nostro sguardo si concentra in particolar modo sull’espressione molto intensa degli occhi del personaggio femminile ritrattato (fig.4).

(Fig. 4 Nicola Scarato, Ritratto della sorella)

Le sperimentazioni più notevoli comprendono grandi teleri con figurazioni di grande impatto emotivo dove predominano i due non colori per eccellenza: il bianco e nero.
Affiorano fantasticamente volti ma anche prospettive ardite, interni, esterni, visioni infernali, gabbie, tutte ricche di un simbolismo che non è dato comprendere a prima vista. Colpiscono oltremodo le particolari ed intense sfumature del blu che evocano profondamente una visione ultraterrena in cui prevalgono delle visioni oniriche indescrivibili (fig. 5).

(Fig. 5 Nicola Scarato, Senza titolo, Sfumature in blu e bianco)

Più prettamente simbolista appare la tormentata marina dove sottili lingue di fuoco (che altro non sono che il riflesso di un sole infuocato visibile in alto) accendono il mare che è in apparenza molto placido (fig. 6).

(Fig. 6 Nicola Scarato, Marina)

L'artista merita una grande visibilità in quanto forte di una tecnica originalissima e di una spiritualità molto interiorizzata.

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