La lunga ed impervia strada della
democrazia: a che punto siamo?
La democrazia, concepita come il governo
del popolo, per il popolo e dal popolo, è il risultato di un percorso storico
lungo e costellato di sfide, compromessi e rivoluzioni. Dalle prime forme
sperimentali nell’antica Grecia alle istituzioni moderne, il cammino
democratico ha conosciuto tappe importanti, ma anche momenti di crisi che ne
hanno messo in discussione la solidità e la capacità di adattamento alle nuove
realtà del mondo contemporaneo.
Spesso considerata la più equa tra le
forme di governo, è un sistema in continua evoluzione, soggetto a tensioni,
cambiamenti e, talvolta, regressioni. Sebbene il principio cardine sia il
governo del popolo, la realtà mostra una crescente disaffezione dei cittadini
nei confronti delle istituzioni democratiche. A che punto siamo oggi?
La democrazia nasce in un contesto di
esclusione e lotta per la partecipazione politica. Nelle polis greche, seppur
limitata a una minoranza di cittadini, fu il seme di un sistema che avrebbe
ispirato i fondatori delle moderne repubbliche. La Rivoluzione Francese e
l’Illuminismo contribuirono a diffondere i principi di libertà, uguaglianza e
fratellanza, gettando le basi per una società in cui il potere non fosse più
concentrato nelle mani di pochi privilegiati.
L'evoluzione storica della democrazia
parte dall'antica Atene fino alle moderne democrazie occidentali, il concetto
di governo democratico ha attraversato diverse fasi. Dopo il secolo scorso,
segnato da guerre, dittature e successivi processi di democratizzazione, molti
Stati hanno consolidato sistemi basati sulla rappresentanza popolare. Tuttavia,
nel XXI secolo, nuovi fenomeni stanno mettendo in discussione la stabilità di
questi assetti.
Uno dei problemi principali è
l'astensionismo elettorale, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli
preoccupanti. Se da un lato questo può essere interpretato come una forma di
protesta, dall'altro mina il principio stesso della sovranità popolare, permettendo
a minoranze organizzate di esercitare un potere sproporzionato rispetto al
consenso reale.
Da circa trent’anni a questa parte Il
ruolo della politica è sempre più emblematico e il distacco da parte dei cittadini
à sempre più netto tanto che prende forza la percezione molto diffusa che la politica sia sempre più lontana dai
bisogni reali delle persone. Governi e partiti sembrano talvolta più attenti
alle dinamiche finanziarie internazionali o alle pressioni delle lobby
economiche che alle istanze dei cittadini. Questo ha generato una sfiducia che,
in alcuni casi, sfocia in movimenti populisti o in richieste di riforme
radicali.
Inoltre, il concetto stesso di
democrazia rappresentativa è messo in crisi dall'uso distorto dei mezzi di
comunicazione di massa e dei social media, strumenti che, pur favorendo la
diffusione delle informazioni, spesso amplificano la polarizzazione politica e
la disinformazione.
Oggi, la democrazia si trova ad
affrontare una serie di sfide complesse che ne mettono a dura prova la capacità
di rispondere ai bisogni dei cittadini. Tra queste:
- Crisi istituzionali e rappresentanza: In molti
paesi, il rapporto tra cittadini e istituzioni è diventato sempre più
distante. La sensazione che le élite politiche non rispecchino le istanze
della popolazione alimenta il malcontento e il rischio di un crescente
populismo.
- Disinformazione e fake news: L’era digitale ha
trasformato il modo in cui si diffondono le informazioni, rendendo
difficile distinguere tra verità e manipolazione. La propagazione di
notizie false mina il dibattito pubblico e contribuisce a polarizzare
ulteriormente la società.
- Globalizzazione e crisi economiche: Le
trasformazioni economiche e sociali, accelerate dalla globalizzazione,
hanno evidenziato le fragilità dei sistemi democratici, in particolare in
relazione alla gestione delle crisi e alla distribuzione delle risorse.
- Emergenza dei movimenti sociali: Nuove forme di
attivismo e mobilitazione, spesso nate online, stanno ridefinendo il
concetto di partecipazione politica. Se da un lato questo rappresenta un
arricchimento del dibattito pubblico, dall’altro rischia di frammentare il
consenso e di sfidare il funzionamento istituzionale tradizionale.
Mentre la democrazia in bilico tra
continuità e cambiamento alcuni
osservatori sottolineano come la crisi di questa istituzione sia ormai un dato
di fatto, altri evidenziano come le trasformazioni in atto possano essere
interpretate come una fase di transizione verso modelli più inclusivi e
partecipativi. La sfida consiste proprio nel trovare un equilibrio tra
tradizione e innovazione, tra il consolidamento delle istituzioni esistenti e
l’apertura a nuove forme di governance.
Il dibattito si accende attorno alla
necessità di riforme che rendano il sistema politico più trasparente e
vicinissimo alle esigenze dei cittadini. Tra le proposte in discussione vi sono
l’introduzione di meccanismi di democrazia partecipativa, la revisione dei
sistemi elettorali e l’adozione di strumenti digitali che facilitino il dialogo
tra governo e popolazione.
Alcuni esperti sottolineano che la crisi
attuale non è tanto una sconfitta della democrazia, ma un’opportunità per
rinnovarla. "Le trasformazioni in atto evidenziano una profonda esigenza
di riforma. È necessario ridare fiducia ai cittadini, coinvolgendoli in
processi decisionali più diretti e trasparenti".
Anche i movimenti della società
civile giocano un ruolo cruciale. Dalle assemblee cittadine agli spazi digitali
di confronto, la partecipazione attiva è la risposta al rischio di una
democrazia elitista e distante. Le nuove generazioni, in particolare, mostrano
un forte interesse per forme di impegno che vadano oltre il voto, cercando di
influenzare le politiche attraverso piattaforme innovative e collaborazioni
interdisciplinari.
Una democrazia solida non può
prescindere da un equo accesso ai diritti fondamentali: istruzione, lavoro,
salute e giustizia. Tuttavia, il crescente divario tra classi sociali e la
precarizzazione del lavoro stanno creando nuove disuguaglianze, rendendo la
partecipazione politica un privilegio piuttosto che un diritto accessibile a
tutti.
Il percorso della democrazia, lungi
dall’essere semplice, è costellato di momenti di crisi che si sono sempre
rivelati anche opportunità di crescita e rinnovamento. La sfida attuale è
quella di saper integrare la tradizione democratica con le innovazioni
tecnologiche e le nuove esigenze sociali, costruendo un modello in cui la
partecipazione attiva diventi il vero motore del cambiamento.
In un mondo globalizzato, in cui le
informazioni viaggiano a una velocità senza precedenti e le crisi economiche e
sociali non conoscono confini, la democrazia deve reinventarsi per rimanere
efficace e legittima. Le istituzioni, i partiti politici e la società civile
hanno il compito di lavorare insieme per garantire che il potere resti nelle
mani del popolo, promuovendo una cultura del dialogo, della trasparenza e
dell’inclusione.
Per rafforzare la democrazia, occorre
ripensare alcuni meccanismi. Tra le possibili soluzioni vi sono la promozione
di una maggiore partecipazione civica, il miglioramento della trasparenza nelle
istituzioni e l'adozione di strumenti di democrazia diretta che avvicinino i
cittadini alle decisioni pubbliche.
Bisognerebbe risolvere la questione
delle preferenze elettorali che sicuramente è molto complessa e, così come è
oggi, ha un grande impatto sulla partecipazione degli elettori e sulla qualità
della democrazia. Le liste bloccate, in cui i partiti decidono le posizioni dei
candidati, possono limitare la capacità degli elettori di scegliere i propri
rappresentanti, portando a un senso di alienazione e disillusione.
Ripristinare la scelta delle
preferenze da parte degli elettori potrebbe aumentare il coinvolgimento e la
fiducia nel processo democratico, permettendo agli elettori di esprimere le
loro preferenze in modo più diretto e significativo.
Comunque Il cammino della democrazia è
tutt'altro che lineare. Se vogliamo preservarla e migliorarla, è necessario un
rinnovato impegno collettivo che rimetta al centro il cittadino, la giustizia
sociale e l'etica pubblica. Solo così potremo rispondere alla domanda: a che
punto siamo?
17 febbraio
2025 - Giuliano Martini Ascalone