Il Green Pass: Un Test di Ingegneria Sociale per la Manipolazione di Massa?

 


Il Green Pass: Un Test di Ingegneria Sociale per la Manipolazione di Massa?

 

Negli ultimi anni, l’introduzione del Green Pass ha segnato uno spartiacque nella storia contemporanea, influenzando profondamente la vita sociale, economica e politica. Presentato come uno strumento per garantire sicurezza sanitaria e libertà di movimento, si è invece rivelato un potente mezzo di controllo e sperimentazione sociale su larga scala. A posteriori, appare chiaro che non si sia trattato solo di una misura emergenziale, ma piuttosto di un vero e proprio esperimento di ingegneria sociale, studiato ad arte per testare il livello di obbedienza della popolazione e la sua capacità di adattamento a nuove forme di restrizione e sorveglianza.

Un Test di Controllo su Scala Globale

L’imposizione del Green Pass ha introdotto un modello di accesso condizionato ai diritti fondamentali, suddividendo la popolazione in cittadini di serie A e di serie B. In molti Paesi in Italia soprattutto, chi non era in possesso di questa certificazione veniva escluso dalla vita sociale, lavorativa e persino dai servizi essenziali.

Se da un lato le autorità giustificavano queste misure come necessarie per il contenimento della pandemia, dall’altro lato emergeva un’evidente strategia di pressione psicologica collettiva: rendere la vita impossibile ai non conformi per costringerli all’adesione. Un fenomeno che ricorda le dinamiche del condizionamento comportamentale, ampiamente studiate in ambito psicologico e applicate nei modelli di ingegneria sociale.

Manipolazione e Sottomissione: Le Tecniche Usate

L’intero sistema del Green Pass si è basato su tecniche di manipolazione che hanno condizionato la percezione e il comportamento dei cittadini:

                La paura come strumento di controllo: Attraverso una narrazione martellante e il costante ricorso a messaggi allarmistici, si è instillata nella popolazione l’idea che la sottomissione alle nuove regole fosse l’unica via per la salvezza.

                Il principio della ricompensa e della punizione: Chi accettava il Green Pass godeva di privilegi, mentre chi lo rifiutava veniva escluso dalla società, un meccanismo psicologico simile a quello utilizzato per il controllo dei comportamenti nelle dittature.

                Il conformismo e la pressione sociale: L’adesione in massa ha generato un effetto gregario, facendo sì che chiunque mettesse in discussione le misure venisse etichettato come pericoloso o irresponsabile.

Il Green Pass: Un Precedente Pericoloso per il Futuro

Se c’era bisogno di una prova che la popolazione possa essere manipolata e privata delle proprie libertà in nome di una presunta emergenza, il Green Pass l’ha fornita. Il pericolo più grande ora è che questo esperimento possa diventare il modello per future forme di controllo: dal credito sociale ai sistemi di identità digitale condizionati da determinati comportamenti.

Molti governi e istituzioni sovranazionali stanno già discutendo sistemi di identificazione digitale che potrebbero vincolare l’accesso ai servizi essenziali a criteri simili a quelli visti con il Green Pass. Il rischio concreto è che la sperimentazione sociale appena vissuta sia solo l’anticamera di un mondo in cui il controllo totale diventa la norma.

Conclusioni: Resistere alla Manipolazione

Ciò che è accaduto non può essere dimenticato. La consapevolezza collettiva deve essere rafforzata per impedire che strumenti come il Green Pass diventino una consuetudine. Occorre difendere con determinazione i diritti fondamentali e vigilare su ogni tentativo di instaurare nuovi meccanismi di ingegneria sociale, che potrebbero tradursi in un controllo ancora più pervasivo sulle vite dei cittadini.

Il Green Pass ha dimostrato che la libertà non è mai garantita, ma va difesa con coraggio e consapevolezza. Se non si impara la lezione, il rischio è che il prossimo esperimento sia ancora più invasivo e difficilmente reversibile.

 

16 febbraio 2025 - Giuliano Martini Ascalone

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