NO al forno crematorio ad Ostuni!


DOMENICO PALMIERI
- Il 30 settembre 2025, nel Consiglio Comunale di Ostuni, tra gli argomenti proposti, è stato presentato e discusso l’argomento: «ampliamento del cimitero e creazione di un forno crematorio». Dopo vari interventi, espressi dall’opposizione e dalla maggioranza, è stata approvata, con 13 voti favorevoli e 12 astenuti, l’integrazione del tema nel programma triennale.

Qualcuno afferma che la creazione del forno crematorio in Ostuni permetterà ai familiari di chi deciderà di farsi cremare di risparmiare. Non è del tutto esatto: per i cittadini ostunesi la quota da pagare per la cremazione sarà sempre la stessa; ciò che si andrà a risparmiare sarà soltanto il trasporto del defunto in un’altra città. Solo per questo piccolo beneficio di natura economica, di cui potrà usufruire una minima parte dei cittadini, si decide di lasciare alle generazioni future un impianto che inquinerà per sempre l’aria della bella Ostuni?

Gli esperti fanno presente che negli impianti di nuova generazione possono essere installati sistemi di filtraggio che riducono - ma non eliminano mai del tutto - l’impatto ambientale prodotto dai forni crematori.

Infatti, come ha chiarito l’ISDE, Associazione italiana dei medici per l’ambiente, che ha pubblicato il primo position paper italiano sui "possibili effetti ambientali e sanitari della realizzazione di forni crematori in aree urbane": «gli agenti inquinanti, derivanti dalla combustione ad elevate temperature, si diffondono nell’aria anche per lunghe distanze e nel corso del tempo si depositano sul suolo, accumulandosi in questa matrice e causando un’alterazione dell’equilibrio chimico-fisico e biologico del terreno. Le particolari caratteristiche di alcune sostanze non facilmente biodegradabili possono determinare contaminazione di un terreno per periodi variabili, con possibile passaggio degli inquinanti nelle falde acquifere e nella catena alimentare».

Inoltre, si è pensato a dove andranno a finire tutti i resti procurati dalla cremazione? Tali scarti contribuiranno ad inquinare sempre più l’ambiente in danno della collettività e delle prossime generazioni.

Pertanto, come si può decidere di installare tale impianto in una città come Ostuni, meta ormai internazionale che attrae per il suo connubio di cultura, tradizioni e valori? Non dovremmo neppure pensare ad un forno crematorio, noi che vantiamo di vivere in una città bianca e bella, con l’aria pulita, vicina al mare, visitata ed apprezzata anche da tantissimi visitatori! A questo punto vengono trascurate le principali regole inerenti il rispetto della salute dei cittadini, dell’ambiente; viene messa a repentaglio la presenza dei turisti tanto decantata e, nello stesso tempo, il lavoro di tanti che vivono principalmente di turismo.

É opportuno a tal proposito segnalare che in Ostuni muoiono ogni anno 400/450 persone e, tra queste, appena il 40% viene cremato. Si tratta di numeri che non garantiscono l’autosufficienza della struttura e il ritorno dell’investimento. Pertanto chi si avvantaggerebbe dell’impianto di cremazione, non sarebbero gli ostunesi, ma i residenti dei paesi limitrofi, di tutta la Puglia e anche delle altre regioni.

Nonostante la percentuale bassa dei cittadini ostunesi che fruirebbero della cremazione, e nonostante i danni che il forno crematorio può creare all’ambiente ed alla salute di tutti, soprattutto ai ragazzi/e, professori, personale e genitori che frequentano l’Istituto tecnico agrario Pantanelli, collocato nei pressi del cimitero (e dunque dei siti in cui verrebbe edificato il nuovo impianto), il sindaco e la maggioranza, nel Consiglio Comunale del 30 settembre, hanno insistito affinché si votasse per inserire la realizzazione di tale opera nel programma triennale. I nostri rappresentanti non hanno tenuto conto delle considerazioni espresse da chi li ha votati e non è stata presa in considerazione neppure la richiesta formulata dalle opposizioni di ritirare l’argomento dal programma triennale per un più oculato approfondimento.

L’amministrazione aveva fretta di portare a termine il tutto e, con avviso pubblico del settore lavori e opere pubbliche del 6 ottobre 2025 invitava «i proponenti interessati alla presentazione delle proposte per l’affidamento in concessione di lavori e/o servizi mediante finanza di progetto per la "Realizzazione di lavori di ampliamento dell'infrastruttura cimiteriale nonché di un forno crematorio con lo strumento del partenariato pubblico privato"».

Con successivo avviso pubblico del 15 ottobre, tuttavia, si comunicava la sospensione dell’iter amministrativo tenendo finalmente conto del fatto che la legge regionale del 29 settembre 2025, n. 15, del Consiglio Regionale della Puglia, all’art. 17 aveva previsto la «sospensione dei procedimenti autorizzatori e della realizzazione di nuovi impianti crematori».

Alla luce di tali considerazioni e della volontà di procedere, pervicacemente espressa dalla maggioranza, è evidente che tale progetto verrà riproposto a breve, non appena la predetta sospensione avrà termine.

Il sottoscritto, pertanto, da libero cittadino ed a titolo squisitamente personale, invita tutta la cittadinanza a riflettere su questo argomento ed a discutere e condividere insieme le varie ragioni. Qualora riterrete valide le perplessità manifestate vi invito ad opporvi con me alla realizzazione del forno crematorio contattandomi al numero 3474976884 ed aderendo al costituendo comitato "NO AL FORNO CREMATORIO".

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