L’arte simbolica ed introspettiva di Alessandro Contalbrigo


FRANCESCO CARACCIOLO
- Nel panorama contemporaneo dell’arte italiana spicca un artista tanto affascinante quanto misterioso e sfuggente che si è affermato recentemente nell’ambito di alcune importanti rassegne artistiche e mostre collettive nel Nord Italia: sto parlando di Alessandro Contalbrigo (classe 1970), originario della provincia di Vicenza e residente a Schio (VI).

L’artista scledense si esercita sia nella pratica della pittura ad acrilico su tela che in quella dell’acquerello su carta attraverso cui riesce a raggiungere risultati di intensa introspezione emotiva e psicologica mediante l’utilizzo di una prospettiva molto dilatata e di uno spazio sospeso in cui si inseriscono delle figure umane fatte di ombre o di suggestioni lontane.

L’arte di Alessandro Contalbrigo, che pratica la pittura più assiduamente a partire dal 2020 dopo una formazione che è iniziata durante il periodo dell’adolescenza, non può assolutamente essere incasellata entro un linguaggio figurativo precostituito piuttosto che all’interno di una corrente pittorica già consolidata; al contrario essa si configura come un aspetto originalissimo di una ricerca che combina sia l’Informale sia l’Espressionismo astratto con qualche contaminazione del Graffitismo urbano.

La sua arte nasce dall’anima e parla alla gente con un linguaggio assolutamente interiore e soggettivo: le sue visioni ci vengono raccontate mediante "una poetica spesso incentrata sul dualismo tra la solitudine e il suo contrario, proponendo un’istantanea che coinvolge tutti in prima persona, lasciandola però libera da interpretazioni". Sempre dal 2020 ha partecipato a diverse mostre collettive, quali l’esposizione nello straordinario contesto di Villa Godi Malinverni, oppure nell’ex caserma di Cortellazzo.

Dopo le sue prime partecipazioni alle mostre che lo hanno visto coinvolto sempre di più, Alessandro è riuscito a conquistarsi maggiormente la stima e l’apprezzamento da parte della critica, tant’è che nell’anno 2022 ottiene di poter organizzare la sua prima mostra personale in quel di Palazzo Toaldi Capra a Schio; nello stesso anno l’artista veneto riceverà un ambìto premio riguardante la possibilità di organizzare una mostra virtuale in cui esporre le proprie opere pittoriche: tale concorso "Make Art Gallery on line" ha permesso all’artista di avere una sua piattaforma su youtube che è sempre visibile e in cui poter consultare le sue opere.

Ultimamente Alessandro Contalbrigo ha ricevuto un altro fondamentale riconoscimento alla sua carriera artistica che lo ha coinvolto nella presentazione di un suo lavoro al "Premio Città di Mestre" nel 2025: la sua opera "Mi porti a vedere la luna?" ha ricevuto un riconoscimento importante al merito. Per quanto concerne il suo linguaggio grafico (l’artista è un ottimo disegnatore con una mano molto felice) e pittorico, Contalbrigo alterna composizioni completamente monocrome ad un gusto più raffinato del colore riscontrabile nei suoi acquerelli, con paesaggi molto suggestivi o vedute di Venezia; nei suoi paesaggi il colore è davvero delicato e crea un incanto alla vista grazie alla leggerezza e alle sfumature quasi impercettibili che annullano i contorni, avvolgendo le cose e le persone in un’atmosfera quasi sospesa ma anche magica, interiorizzata e distaccata dal reale che è a volte duro da comprendere (per le guerre in atto e l’avanzare dell’intelligenza artificiale).

La sua visione interiore che racconta solitudine ma anche un’emotività molto forte la ritroviamo in un dipinto (fig. 1) che l’autore ha intitolato "Salviamoci" dove compare un’atmosfera cupa, fatta di desolazione ma anche di parole non dette: assistono al dialogo muto alcuni figuranti che sembrano delle sagome, ombre che raccontano di un’esistenza intensamente vissuta e mai espressa fino in fondo: una donna seduta, che volge le spalle al riguardante, due uomini in piedi e un’altra figura che è tagliata a metà dal margine destro del quadro.

Fig. 1 - A. Contalbrigo "Salviamoci"

Un secondo dipinto ad acrilico (fig. 2), intitolato "Passi", ci trasporta in un’atmosfera più intima in cui alcune persone passeggiano in riva al mare, mentre a destra, in lontananza si intravvede un pontile: qui l’autore ha saputo rappresentare un momento molto sereno di calma familiare o amicale mediante l’utilizzo di una gamma cromatica ridotta all’essenzialità, fatta di grigi, di azzurri e di un intenso tono nero delle ombre riportate a terra, quasi a toccare il limite inferiore della tela e a coinvolgere con più emozione lo spettatore.

Fig. 2 - A. Contalbrigo "Passi"

Nelle figure viste di spalle c’è anche ognuno di noi. Il terzo dipinto (fig. 3), dal titolo "Visioni di viaggio", mostra la più profonda interiorità dell’artista che intende farci viaggiare nella memoria e nel ricordo attraverso la visione dall’alto verso il basso di esseri umani minuscoli, quasi pulviscolari, i quali passeggiano sulla battigia al largo di una calmissima spiaggia, messa in risalto solamente da un giallo ocra molto delicato e da pochi tocchi di celeste dell’acqua marina.

Fig. 3 - A. Contalbrigo "Visioni di viaggio"

La prospettiva per Contalbrigo è una visione che rappresenta la sua soggettività: a volte è atmosferica o aerea, a volte accidentata o laterale, ma pur sempre di una profondità che esula lo spazio e il tempo. Concludo con una frase che sintetizza a pieno la ricerca portata avanti da Alessandro Contalbrigo: "Dipingo ciò che sento e sento ciò che dipingo".

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