«La pace non può restare un ideale astratto. Deve diventare una scelta politica concreta, un impegno quotidiano». Con queste parole Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale delle ACLI, ha rilanciato oggi, insieme alla Fondazione Fratelli Tutti, all’Azione Cattolica e alla Comunità Papa Giovanni XXIII, la proposta di istituire in Italia un Ministero della Pace.
«Viviamo in un’epoca davvero difficile, la spirale della guerra sembra non fermarsi, le tensioni internazionali e un crescente clima di paura rischiano di normalizzare il conflitto e la violenza come strumenti di gestione politica. Dobbiamo smettere di farci ingannare da chi sostiene che la guerra sia necessaria per difendere la pace – ha sottolineato Manfredonia – La pace non si costruisce con la paura e il riarmo, ma con il dialogo, la cooperazione e la giustizia sociale».
Il nuovo Ministero avrebbe il compito di coordinare le politiche di pace oggi frammentate tra vari enti e iniziative, valorizzare le scuole e le università come luoghi di formazione alla nonviolenza, promuovere la cultura della riconciliazione e sostenere la diplomazia dei popoli e delle comunità locali. «Non vogliamo un'istituzione simbolica, ma uno strumento concreto per affrontare in modo strutturale la costruzione della pace» ha spiegato il Presidente delle ACLI.
La proposta si inserisce in un percorso più ampio che guarda anche all’Europa e alle Nazioni Unite. Le ACLI chiedono che l’Unione Europea si doti di un "Dipartimento per la Pace e la Riconciliazione" e che l’ONU nomini un Relatore Speciale per il monitoraggio del diritto alla pace.
«Non si tratta di un sogno irrealizzabile, ma di una scelta urgente e possibile. Mentre parliamo continuano i bombardamenti in Ucraina, i morti nella Striscia di Gaza crescono vertiginosamente. Le guerre nascono spesso dalla disumanizzazione dell’altro, dall’ignoranza, dalla paura. Serve un’educazione alla pace che parta dalle scuole, dalle comunità, dalle istituzioni locali e nazionali. Solo così possiamo cambiare la cultura dominante e costruire un futuro fondato sulla dignità, sul rispetto e sulla giustizia» ha concluso Manfredonia.
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