Esteri, Acli alla carovana solidale per Gaza: 'Silenzio e bombe ma torniamo con una voce più forte"


Le ACLI – Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani – e IPSIA Acli, la loro ONG di cooperazione internazionale, hanno preso parte nei giorni scorsi alla Carovana Solidale che ha raggiunto il valico di Rafah, al confine tra Egitto e la Striscia di Gaza. Un’iniziativa che ha voluto portare solidarietà concreta al popolo palestinese e denunciare l'inaccettabile inazione della comunità internazionale di fronte alla tragedia umanitaria in corso.

«La cosa più inquietante è stato sentire il rumore delle bombe. Prima nella notte, in un ex hotel in disuso a pochi km dal confine, con le vibrazioni dei vetri in camera. Poi mentre eravamo al valico: si sentivano questi tonfi, che mi poterò a lungo dentro, e il paradosso era che noi eravamo lì per loro, ma non potevamo fare nulla per salvarli. Loro erano là dentro. È stato un senso di impotenza mai provato prima. Torniamo indietro con l’intenzione di far sentire ancora più forte la nostra voce per denunciare quello che sta succedendo a Gaza.» Queste le parole di Italo Sandrini, Vicepresidente nazionale ACLI, arrivato al confine che ha aggiunto «Di fronte all’orrore che si consuma a Gaza, non possiamo permettere che cali il silenzio. Le ACLI continueranno a levare la propria voce perché si fermi la violenza, si aprano i corridoi umanitari e si riconosca pienamente la dignità del popolo palestinese. La pace non è un sogno, è un dovere politico e morale».

Davanti all’impossibilità di entrare nella Striscia, i partecipanti alla carovana hanno dato vita a un flash mob al valico, chiedendo con forza: il cessate il fuoco immediato, la fine delle operazioni militari, lo stop alla complicità dei governi internazionali.

«Il senso di questa Carovana è quello di interrompere il silenzio che circonda quanto sta accadendo a Gaza. Un silenzio che si fa complicità, davanti all’inazione dei governi che non intervengono per fermare crimini contro l’umanità. - ha aggiunto Marco Calvetto, Presidente nazionale di IPSIA Acli, che sottolinea il significato profondo dell’iniziativa - A Gaza c’è una crisi umanitaria, ma anche una crisi dell’umanità. Una crisi dell’Occidente, che vede fallire il proprio modello di diritto e di giustizia costruito in decenni».

Le ACLI ribadiscono il proprio impegno per la pace, i diritti umani e la giustizia internazionale. Quanto accade a Gaza non può lasciarci indifferenti. La nostra voce continuerà a levarsi, più forte, più determinata, perché nessuno possa dire di non sapere.

Le ACLI ribadiscono con forza il proprio impegno per la pace, la difesa dei diritti umani e la giustizia internazionale. Quanto accade a Gaza non può lasciarci indifferenti. La nostra voce continuerà a levarsi, più forte e più determinata, perché nessuno possa dire di non sapere.

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