"È un sistema medioevale quello di affamare la popolazione. Possono anche non tirare le bombe, perché là dentro muoiono comunque: muoiono con le bombe, muoiono per mancanza di cure, per tecnologie mancanti. È una situazione che, assicuro, se state là 5 minuti, nessuno può più discutere se si fa o non si fa. Bisogna farlo adesso, perché domani è già tardi". Così il Vicepresidente nazionale delle ACLI, Italo Sandrini, durante ha il flashmob promosso da associazioni e attivisti per dire con forza "Basta complicità, stop al genocidio", un'iniziativa pubblica, davanti a Montecitorio, per chiedere un immediato cessate il fuoco Nel giorno in cui la maggioranza parlamentare boccia la mozione unitaria di PD, M5S e AVS e all’indomani della decisione dell’Italia di opporsi, in sede di Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri, alla revisione dell’Accordo di Associazione UE-Israele.
La mobilitazione, legata alla campagna #StopComplicity, e alla Carovana per Rafah, chiede un cessate il fuoco, corridoi umanitari sicuri e una presa di posizione chiara da parte dell’Italia e dell’Unione Europea. In particolare le ACLI, insieme a molte altre realtà della società civile, continuano a chiedere che l’Italia e l’Unione Europea interrompano ogni forma di sostegno diretto o indiretto all’occupazione e alla repressione, e si facciano promotrici di un processo di pace giusto e duraturo.
"Non possiamo più accettare il silenzio. Affamare una popolazione, impedirle l’accesso a cure, acqua e beni essenziali è inaccettabile. Serve il coraggio della politica e della coscienza civile" ha concluso Sandrini.
Tags
Politica