Essere bravi genitori è saper educare, non viziare

 


Essere bravi genitori è saper educare, non viziare

 

Essere genitori non è solo una questione di affetto e presenza fisica, ma soprattutto di educazione. In un mondo in continuo cambiamento, dove le tentazioni e le difficoltà sono molte, il ruolo dei genitori è più che mai cruciale nel determinare la crescita emotiva, sociale e intellettuale dei propri figli. Tuttavia, troppo spesso si confonde l'idea di essere un buon genitore con il voler essere il "genitore amico", colui che permette tutto, che non pone limiti, nella convinzione che il viziare sia un segno d’amore. Nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà.

In un’epoca in cui il concetto di “bambino al centro” spesso si traduce in un’eccessiva indulgenza, il vero segreto per una crescita sana e consapevole risiede nell’arte dell’educazione. Essere genitori non significa semplicemente accontentare ogni desiderio, ma piuttosto guidare i figli nel percorso verso l’autonomia, l’empatia e il senso di responsabilità.

L’educazione si fonda su valori che vanno trasmessi quotidianamente: il rispetto per sé stessi e per gli altri, la disciplina, e l’importanza del lavoro e della dedizione. Insegnare ai propri figli a gestire le emozioni, a riconoscere i propri limiti e a imparare dagli errori è un processo lungo, che richiede costanza e coerenza. È importante creare un ambiente familiare in cui il dialogo aperto e il confronto siano la norma, piuttosto che eccezioni.

Educare significa soprattutto saper porre dei limiti, ma non in maniera autoritaria o severa. I limiti devono essere chiari, giusti e ragionevoli. I bambini, infatti, hanno bisogno di sapere cosa è giusto e cosa non lo è, di comprendere che le azioni hanno conseguenze, e che nel mondo non esiste sempre la possibilità di ottenere ciò che si desidera senza sforzo. Educare, quindi, è anche insegnare a gestire le frustrazioni, a sapersi adattare alle regole della società e ad apprendere il valore del rispetto per sé stessi e per gli altri.

Viziare un figlio significa cedere di fronte a ogni richiesta, eliminando ogni possibilità di apprendimento dal fallimento. Se da un lato questo può sembrare un modo per evitare conflitti e far felice il bambino nel breve termine, dall’altro può compromettere lo sviluppo della sua autonomia e la capacità di affrontare le sfide della vita adulta. Invece, educare significa stabilire limiti chiari, spiegando il perché di ogni regola, e incoraggiare il bambino a raggiungere traguardi attraverso l’impegno e la perseveranza.

Viziando i propri figli, i genitori rischiano di non trasmettere valori fondamentali come la pazienza, la gratitudine e l’adattabilità. Un bambino che cresce senza limiti impara a credere che il mondo debba piegarsi alle sue richieste, sviluppando così un senso di “diritto” (più comunemente “entitlemet” che lo porterà a non accettare le difficoltà e le sfide della vita adulta. Insegnare il valore del sacrificio, della fatica e della gratitudine è un atto d'amore che prepara i figli alla realtà, alla vita concreta, e non li rende fragili o incapaci di affrontare le prove quotidiane.

Un buon genitore sa che l'amore non significa concedere ogni desiderio, ma piuttosto educare con coerenza, equità e fermezza. La disciplina, infatti, non è un atto punitivo, ma una forma di cura. Essere un genitore disciplinato significa dare un esempio e costruire un ambiente sicuro in cui il bambino possa crescere con serenità e con la consapevolezza di appartenere a una comunità di valori condivisi.

Un figlio ben educato è un investimento sul futuro, non solo per lui stesso, ma per la società nel suo complesso. Un adulto che ha imparato a rispettare se stesso e gli altri, che ha imparato ad affrontare le difficoltà con equilibrio e a non aspettarsi soluzioni facili, sarà un membro attivo e responsabile della collettività. La cura dei genitori non deve limitarsi all’immediato, ma deve guardare oltre, verso una crescita integrale, solida e duratura.

Uno dei metodi più efficaci per educare è l’esempio. I bambini osservano e imparano molto più da quello che vedono che da quello che sentono. Pertanto, è fondamentale che i genitori mettano in pratica i valori che intendono trasmettere, mostrando coerenza tra parole e azioni. Il dialogo costante, basato su spiegazioni e comprensione reciproca, permette di instaurare una relazione di fiducia che favorisce un apprendimento più profondo e duraturo.

In definitiva, il compito dei genitori va ben oltre il semplice soddisfacimento dei bisogni materiali dei figli. Si tratta di un impegno quotidiano nel fornire gli strumenti necessari per una crescita equilibrata, in cui l’amore si esprime anche attraverso la capacità di dire “no” quando necessario. Educare, anziché viziare, significa preparare i giovani a diventare adulti responsabili, consapevoli e in grado di affrontare il mondo con determinazione e rispetto per gli altri.

Essere bravi genitori non significa essere indulgenti, ma piuttosto essere capaci di educare, di insegnare i valori essenziali per una vita equilibrata e soddisfacente. Non si tratta di rendere la vita più facile ai propri figli, ma di prepararli a vivere con responsabilità e consapevolezza. Perché, come diceva il famoso pedagogista Maria Montessori, "Non è possibile dare ai bambini una migliore vita se non attraverso la giustizia e l’amore, che sono inseparabili".

In definitiva, L’educazione è il dono più prezioso che si possa lasciare ai propri figli: una guida per vivere la vita con autenticità, equilibrio e consapevolezza.

 

16 aprile 2025 – Giuliano Martini Ascalone


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