Auspichiamo un grande ritorno alla Sovranità Popolare

 


Auspichiamo un grande ritorno alla Sovranità Popolare

Un invito alla riflessione e al rinnovamento della democrazia

 

Negli ultimi decenni, il concetto di sovranità popolare è stato progressivamente svuotato di significato, relegato a un ruolo marginale di semplice atto elettorale, spesso influenzato da meccanismi di potere che sfuggono al controllo dei cittadini. Eppure, la sovranità popolare rappresenta il pilastro su cui si fonda ogni vera democrazia, il principio irrinunciabile che garantisce la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita politica e sociale della nazione.

L'astensionismo crescente, che in molte tornate elettorali ha superato il 50%, è il sintomo evidente di un malessere profondo: la disaffezione verso la politica, la sfiducia nelle istituzioni e la percezione diffusa che le decisioni fondamentali vengano prese altrove, lontano dalla volontà popolare. Un sistema politico che permette a una minoranza organizzata di governare con una rappresentatività effettiva inferiore al 20% degli aventi diritto non può essere considerato realmente democratico.

Nel clima attuale di crescenti sfide politiche, economiche e sociali, si diffonde tra i cittadini un desiderio palpabile di ritrovare il senso autentico della partecipazione democratica. L'idea di una “sovranità popolare”, intesa non solo come il potere di voto ma come la capacità di influenzare concretamente le decisioni che modellano la vita di una comunità, sta diventando l'emblema di una nuova stagione di rinnovamento politico.

il crescente scetticismo verso le istituzioni tradizionali ha spinto numerosi cittadini a cercare soluzioni alternative per far sentire la propria voce. Le esperienze di partecipazione diretta in alcune amministrazioni locali, nonché i movimenti civici che si sono moltiplicati in diverse regioni del Paese, testimoniano una volontà diffusa di superare il modello politico elitario. In questo contesto, l’appello al ritorno alla sovranità popolare rappresenta un invito a riconsiderare i meccanismi di partecipazione, affinché ogni cittadino possa sentirsi protagonista attivo nella gestione del bene comune.

Sempre più spesso, i politici, e in particolare i cosiddetti leader, al di là delle decisioni e del consenso popolare, si comportano come se avessero in mano l'esclusiva della politica. Subito dopo il voto, che in un certo senso li legittima, ritengono di poter fare quello che vogliono, agendo come padroni delle istituzioni senza dare conto ai cittadini. Questa arroganza del potere si traduce in un progressivo distacco tra governanti e governati, con il risultato che chi mantiene in piedi il Paese attraverso il pagamento delle tasse vede spesso i propri diritti calpestati e le proprie necessità ignorate.

Storicamente, il concetto di sovranità popolare ha costituito il fondamento della democrazia moderna, secondo cui il potere emana dal popolo e si realizza attraverso la partecipazione attiva. Tuttavia, con il passare degli anni, la complessità delle istituzioni e l’accumularsi di burocrazia hanno spesso allontanato i cittadini dal processo decisionale, creando una distanza tra chi governa e chi è governato. Oggi, la sfida consiste nel reintegrare quel legame autentico, rendendo la politica più trasparente, inclusiva e vicina alle istanze della collettività.

Per ristabilire la sovranità popolare, occorre innanzitutto risvegliare la coscienza civica, promuovere una cultura della partecipazione e restituire alla politica il suo autentico ruolo di servizio alla comunità. Il voto, anziché essere visto come un gesto sterile o inutile, dovrebbe tornare a essere un'arma consapevole nelle mani dei cittadini, un mezzo per indirizzare le scelte della nazione in base alle reali necessità del popolo e non agli interessi di poche élite che, per sicurezza elettiva confezionano le liste e, gli elettori sono costretti a votare a scatola chiusa senza possibilità di scelta del candidato.

Un altro aspetto fondamentale è la necessità di riformare il sistema politico e la legge elettorle, garantendo una maggiore trasparenza nelle decisioni, una riduzione dell'influenza delle lobby economiche e una reale rappresentanza delle istanze popolari. Occorre promuovere strumenti di democrazia diretta che permettano ai cittadini di esprimersi non solo nelle urne, ma anche nel quotidiano dibattito politico attraverso referendum, petizioni e assemblee pubbliche.

I recenti sviluppi nel panorama politico hanno visto emergere nuove forme di organizzazione sociale, dove il dialogo e la partecipazione diretta si affiancano agli strumenti tradizionali del voto. Esperienze di budget partecipativi, assemblee cittadine e piattaforme digitali di consultazione rappresentano esempi concreti di come sia possibile dare nuova linfa alla sovranità popolare. Questi strumenti non sono soltanto simbolici, ma hanno già portato a decisioni che rispecchiano i bisogni reali dei cittadini, dimostrando che la partecipazione può tradursi in progetti di grande impatto sociale ed economico.

Ritrovare la sovranità popolare significa anche investire in un'educazione civica che valorizzi il confronto e la partecipazione attiva. Le istituzioni, da parte loro, sono chiamate a riconsiderare il proprio ruolo, diventando facilitatori di un dialogo costruttivo piuttosto che meri depositari di potere. In questo scenario, la collaborazione tra politica, società civile e mondo accademico potrebbe dare vita a un modello di governance innovativo, capace di rispondere in maniera più efficace alle esigenze del nostro tempo.

Il ritorno alla sovranità popolare non è un'utopia, ma una necessità storica. Di fronte a una globalizzazione che spesso ha penalizzato i diritti dei cittadini in favore di logiche di mercato, diventa urgente riaffermare il primato della volontà popolare come forza determinante nelle scelte di governo. Solo attraverso un rinnovato impegno collettivo, una consapevolezza politica diffusa e una riforma profonda delle istituzioni, sarà possibile restituire ai cittadini il potere di decidere realmente del proprio futuro.

Pertanto, l’appello a un “grande ritorno alla sovranità popolare” è un invito a ripensare la nostra democrazia in chiave partecipativa e inclusiva. È un richiamo a tutti i cittadini affinché non si limitino a essere spettatori degli eventi politici, ma diventino protagonisti attivi del cambiamento. Solo attraverso un impegno collettivo e condiviso si potrà costruire un futuro in cui le decisioni politiche siano veramente al servizio del bene comune, rispecchiando la volontà e il sogno di una società più giusta e partecipativa.


5 aprile 2025 - Giuliano Martini Ascalone


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