Santi Pietro e Paolo, colonne della fede: tra sacro e
tradizione popolare
Ogni 29 giugno
Roma si veste a festa per celebrare i suoi santi patroni, Pietro e Paolo, due
uomini diversissimi per origine e temperamento, ma uniti da una fede
incrollabile che ha tracciato le fondamenta del cristianesimo. Una solennità
che affonda le radici nella storia, si intreccia con la tradizione popolare e
conserva intatta la sua forza spirituale anche oggi.
Due uomini,
una missione
Pietro, il
pescatore di Galilea, scelto da Gesù per "pascere le sue pecore", e
Paolo, il colto fariseo convertito sulla via di Damasco, sono figure
emblematiche della Chiesa nascente. Il primo rappresenta l’autorità e la
continuità, il secondo la missione e l’annuncio universale. Due percorsi umani
e spirituali diversi, ma complementari, che si incontrano nella testimonianza
estrema del martirio, a Roma, tra il 64 e il 67 d.C.
Non a caso la
Chiesa ha scelto di accomunarli in un’unica festa, che già dai primi secoli
cristiani è stata celebrata nella Capitale come data solenne: un modo per
contrapporre i due apostoli ai mitici fondatori pagani Romolo e Remo,
risignificando profondamente l’identità della Città Eterna.
Roma, cuore
della festa
La giornata è
festa patronale a Roma e si distingue per la ricchezza delle celebrazioni
religiose e civili. In Vaticano, la Messa solenne presieduta dal Papa vede la
consegna dei pallii ai nuovi arcivescovi metropoliti, simbolo del legame con il
successore di Pietro.
Nel cuore della
città, in via della Conciliazione e Piazza San Pietro, si dispiegano i tappeti
floreali dell’Infiorata, antica tradizione ripresa con forza negli ultimi
decenni, che trasforma l’arte in omaggio liturgico. Di sera, il cielo sopra
Roma si accende con la storica Girandola del Pincio, spettacolo pirotecnico di
origine barocca che incanta romani e turisti.
Un culto che
parla anche ai piccoli borghi
Ma la festa dei
Santi Pietro e Paolo non si ferma ai confini della Capitale. In numerosi centri
d’Italia si svolgono processioni, fiere e riti antichi, spesso legati al mondo
rurale. Particolarmente suggestiva è la tradizione della "Barca di San Pietro",
ancora viva in alcune zone del Sud e del Nord Italia: la notte tra il 28 e il
29 giugno si lascia un albume in un bicchiere d’acqua all’aperto, e al mattino
si formano leggere venature che ricordano le vele di una barca. Segno augurale
per il raccolto e per la salute della famiglia, questo rito tramanda la fede
popolare intrecciata con la natura.
In Puglia, nel
Salento e in molte località costiere e dell'entroterra, la giornata viene
celebrata con messe solenni e fuochi d’artificio, a conferma della devozione
radicata nel tessuto della nostra cultura.
Una festa
che resiste al tempo
Dal 1977 la
festività non è più riconosciuta come giorno non lavorativo a livello
nazionale, ma ha mantenuto il suo valore simbolico e religioso. Anzi, proprio
nel nostro tempo, in cui l’individualismo e il rumore rischiano di soffocare le
voci profonde dell’anima, le figure di Pietro e Paolo ci interrogano.
Il primo ci invita alla fedeltà,
nonostante le fragilità. Il secondo, alla conversione e al coraggio del
pensiero. Entrambi ci richiamano alla responsabilità di custodire e annunciare
un messaggio di speranza, che travalica i secoli.
Nel giorno a loro dedicato, Roma e
l’Italia intera si fermano – anche solo per un attimo – a riflettere su ciò che
resta saldo, oltre il tempo: la fede, la comunità, la testimonianza.
Quando la festa dei Santi Pietro e
Paolo cade di domenica, il giorno del Signore si illumina ancor più di
significato: la fede di due uomini diventa specchio della comunità chiamata a
camminare insieme, tra fragilità e slancio, tra radici e missione. È il tempo
della Chiesa viva, che si nutre di memoria e guarda al futuro con speranza.
29 giugno 2025 - Giuliano Martini
Ascalone