"La tela di Archimede" è il nuovo romanzo di Riccardo Mangiacapra, edito da Spirito Libero Edizioni. Un romanzo che racconta di un lungo viaggio a ritroso che percorre il protagonista nel raccontare la sua storia, fatto di scene impresse a fuoco nella mente e di persone che hanno condizionato la sua vita, come catene da cui è difficile liberarsi. Nato da una relazione clandestina, Archimede sarà per sempre ‘ù bastaddu’. Un appellativo che gli rimarrà addosso come un marchio indelebile e che condizionerà la sua vita e le sue scelte.
La sua abilità con i numeri, proprio come il grande matematico di cui porta il nome, sarà il suo salvacondotto per fuggire da una terra dura e in una famiglia ostile. Rinnegherà i luoghi della sua infanzia, allontanandosi il più possibile, per potersi affrancare da quella condizione in cui è rimasta invece intrappolata la madre e, prima di lei, sua nonna.
Dopo essersi affermato, prima negli studi e poi nel lavoro, un tragico evento lo ricondurrà nella sua terra natia e non sarà più possibile ignorare il male subito. In quel momento, Archimede tesse la sua tela per arrivare a quel riscatto tanto atteso. Il romanzo si apre con una narrazione intensa e coinvolgente, che introduce immediatamente il lettore nella vita dei protagonisti: due amici italiani trasferitisi a Londra per inseguire il successo nel mondo della finanza. La storia è raccontata con uno stile scorrevole e realistico, capace di far emergere con autenticità le emozioni, le ambizioni e le difficoltà di chi cerca di farsi strada in un contesto competitivo e spietato. Il personaggio di Roberto si distingue per il suo passato difficile, segnato da un’infanzia complicata nella periferia di Palermo.
L’autore riesce a tratteggiare con profondità il suo percorso di crescita, le scelte dolorose e il desiderio di redenzione, rendendolo un protagonista sfaccettato e credibile. L’ambientazione londinese, con i suoi contrasti tra il lusso della City e la multiculturalità dei quartieri popolari, è descritta con grande attenzione ai dettagli, offrendo uno sfondo dinamico alla vicenda. Uno degli aspetti più interessanti del libro è il tema dell’identità e dell’appartenenza: i protagonisti non sono semplicemente immigrati in cerca di fortuna, ma uomini in continua ricerca di un “centro di gravità permanente”, come suggerisce una citazione musicale che richiama il senso di sradicamento e di adattamento forzato. La narrazione riesce a bilanciare momenti di riflessione con episodi più dinamici, mantenendo un buon ritmo. Il linguaggio è diretto, con dialoghi vivaci e descrizioni che restituiscono con efficacia il clima di sfida e ambizione che permea il mondo della finanza londinese. Un romanzo che esplora il sogno del successo, il peso del passato e il desiderio di trovare un proprio posto nel mondo. Una lettura coinvolgente e ben costruita, capace di far riflettere sul significato dell’emigrazione, della crescita personale e della resilienza. Consigliato a chi ama le storie di vita vera, intense e senza filtri.
Sinossi
Oggi Londra, la city e una moglie dagli occhi a mandorla al fianco. Ieri Milano e le sue nebbie, gli studi, altri amori; fino a tornare indietro a una Sicilia che profuma di zagare e polvere da sparo. Fuori piove e Archimede ripensa a quel sole per riscaldarsi il cuore. Nato da una relazione clandestina Archimede sarà per sempre ù bastaddu. Un appellativo che gli rimarrà addosso come un marchio indelebile e che condizionerà la sua vita e le sue scelte. Un lungo viaggio a ritroso quello che percorre nel raccontare la sua storia, fatto di momenti impressi a fuoco nella mente. La sua abilità con i numeri, proprio come il grande matematico di cui porta il nome, sarà il suo salvacondotto per fuggire da una terra dura e in una famiglia ostile. Rinnegherà i luoghi della sua infanzia, affrancandosi da quella condizione in cui è rimasta invece intrappolata l’amata madre e prima ancora la nonna. Dopo essersi affermato, prima negli studi e poi nel lavoro, un tragico evento lo ricondurrà nella sua terra natia e non sarà più possibile ignorare il male subito. In quel momento Archimede tesse la sua tela per arrivare a quel riscatto tanto atteso.