La politica, al di là della cultura,
della bravura, dell’esperienza o di altre caratteristiche, potrebbe essere
paragonata a una partita a scacchi. In questo gioco, vince chi sa riflettere,
ponderare le mosse, anticipare quelle dell’avversario e mantenere calma e
lucidità. Allo stesso modo, perde chi si lascia andare a mosse azzardate o
frettolose, sottovalutando le conseguenze.
Gli scacchi sono l’unico gioco dove
riflessione e calma si intrecciano strettamente con l’intelligenza, e proprio
per questo motivo sarebbe auspicabile che la politica fosse concepita come una
gara pulita, trasparente e guidata dalla stessa capacità di ponderazione. In
questo ideale scenario, i due giocatori sarebbero: da un lato la Politica e chi
la rappresenta, e dall’altro i cittadini, che costituiscono la Società civile.
Entrambi dovrebbero essere propensi e attenti a dare scacco a tutto ciò che porta
a un cattivo tenore di vita, evitando nel contempo di subire uno scacco matto.
In caso contrario, la partita finisce e si è costretti a rimetterla in gioco.
Tuttavia, anche se le pedine restano le stesse e la posizione iniziale è
invariata, ogni partita è unica e gli errori commessi diventano lezioni per il
futuro.
Purtroppo, la politica e la società
italiana non rispecchiano questa ideale partita a scacchi. Anzi, sembrano più
simili a un tavolo di poker, dove bluff e giochi di potere prevalgono su
capacità e intelligenza. Gli scacchi sono un gioco trasparente, dove non è
possibile imbrogliare, e ogni mossa mette in risalto le doti strategiche del
giocatore. Ed è forse per questa ragione che molti politici preferiscono il
poker, un gioco dove l’astuzia e la manipolazione possono sostituire la
trasparenza.
Il problema più grave, però, è che la
società civile, inconsciamente o per mancanza di alternative, ma anche per
ignoranza regge il gioco. Così facendo, i cittadini si ritrovano a essere
spettatori e pedine di una partita in cui non decidono le regole e dove
l’onestà intellettuale è spesso sacrificata sull’altare di interessi personali
o di gruppo.
La politica dovrebbe essere un campo
di battaglia di idee, dove la competenza e la moralità sono le armi principali.
Invece, spesso si trasforma in un gioco di potere, dove la strategia e
l'inganno prevalgono sulla verità e sull'interesse comune.
È giunto il momento di riflettere:
vogliamo continuare a giocare a poker o provare finalmente a sederci alla
scacchiera? Solo riscoprendo il valore di una strategia condivisa, basata su
intelligenza e trasparenza, potremo sperare in un futuro dove la politica e la
società collaborino per il bene comune.
18 dicembre 2024 - Giuliano Martini
Ascalone