Nel panorama dell’istruzione
italiana, sempre più spesso si solleva una questione che appare cruciale: la
qualità della scuola e il ruolo di genitori che sembrano vivere in un perenne
stato di confusione educativa. Lungi dal voler generalizzare, il fenomeno è
comunque sufficientemente diffuso da meritare un’attenta riflessione.
Un sistema che arranca
La scuola, istituzione che dovrebbe rappresentare il pilastro della formazione dei giovani, sembra arrancare sotto il peso di una mediocrità sempre più evidente. Tagli ai finanziamenti, programmi didattici obsoleti, carenza di strumenti tecnologici adeguati e, non ultimo, una progressiva demotivazione del corpo docente, spesso lasciato solo di fronte a sfide educative sempre più complesse.
L’obiettivo primario dell’istruzione
– formare cittadini consapevoli e preparati – rischia di essere tradito da un
sistema che spesso non riesce a tenere il passo con le esigenze di una società
in continua evoluzione. Tuttavia, la colpa non è esclusivamente delle
istituzioni scolastiche: c'è un altro attore in scena, forse più influente di
quanto si pensi.
Genitori protagonisti o antagonisti?
Il ruolo dei genitori, da sempre fondamentale nell’educazione dei figli, sta assumendo contorni sempre più complessi. In alcuni casi, si assiste a un protagonismo esasperato che rischia di compromettere il rapporto educativo. Genitori pronti a difendere i figli a prescindere, a contestare l’operato degli insegnanti e a scaricare le responsabilità sulla scuola senza fare un esame di coscienza sulle proprie mancanze educative.
In altri casi, invece, emerge una
sorta di disinteresse o delega totale, come se l’educazione fosse una
responsabilità esclusiva della scuola. Ma è proprio in questa dicotomia tra
iper-protezione e indifferenza che si consuma una frattura profonda nel processo
educativo.
L’abbandono scolastico: una piaga silenziosa
Un fenomeno preoccupante che merita attenzione è quello dell’abbandono scolastico. Sempre più ragazzi rinunciano ad andare a scuola, sollevando interrogativi sia sulla responsabilità dei genitori sia sull’efficacia del sistema scolastico nel coinvolgere le famiglie. Ci sono casi documentati di studenti che non frequentano la scuola, spesso a causa di difficoltà economiche, sociali o per una percezione di inutilità dell’istruzione nel garantire un futuro migliore.
Questi episodi mettono in luce una
rete educativa incapace di trattenere i giovani e genitori che, talvolta, non
riescono o non vogliono affrontare le difficoltà che spingono i loro figli ad
abbandonare gli studi. Questo fenomeno è un campanello d’allarme che richiede
soluzioni concrete e immediate.
La responsabilità condivisa
Per superare questa crisi, è fondamentale ristabilire un patto educativo tra scuola e famiglia. Gli insegnanti devono essere supportati e valorizzati, non solo economicamente ma anche attraverso percorsi di formazione continua che li aiutino ad affrontare le nuove sfide pedagogiche. Allo stesso tempo, i genitori devono riscoprire il proprio ruolo di guida educativa, fatta di ascolto, regole chiare e dialogo.
Verso una nuova alleanza educativa
È giunto il momento di abbandonare la cultura dello scontro e della recriminazione reciproca. Scuola e famiglia devono tornare a essere alleate, lavorando insieme per il bene dei ragazzi. L’istruzione non è un campo di battaglia, ma un terreno fertile dove coltivare il futuro.
Se vogliamo che i giovani diventino
adulti consapevoli, capaci di affrontare le sfide di un mondo complesso,
dobbiamo iniziare a costruire un sistema educativo che sia all’altezza delle
loro potenzialità. E questo può avvenire solo con la collaborazione di tutti:
insegnanti, genitori, istituzioni e, non ultimo, gli stessi ragazzi.
23 dicembre 2024 - Giuliano Martini
Ascalone