Nel cuore
pulsante della nostra società moderna, dove il progresso tecnologico sembra il
simbolo della conquista umana, si nasconde una realtà sempre più difficile da
ignorare: la dipendenza dalle tecnologie. Smartphone, tablet, computer e
smartwatch sono ormai estensioni del nostro corpo, strumenti indispensabili che
ci connettono al mondo ma, paradossalmente, ci stanno disconnettendo dalla
nostra stessa umanità.
Con la
tecnologia moderna bisogna tenere sempre sotto controllo gli effetti sulla
salute.
L'uso smodato
di dispositivi digitali ha ripercussioni significative sul nostro benessere
fisico e mentale. Studi recenti hanno dimostrato che passare troppe ore davanti
a uno schermo può provocare disturbi del sonno, problemi posturali e
affaticamento oculare. Sul piano psicologico, l'abitudine compulsiva di
controllare notifiche e messaggi genera ansia, favorisce la dipendenza e riduce
la capacità di concentrazione.
Anche le
relazioni personali sono in forte in pericolo.
Mentre la
tecnologia promette di avvicinarci, spesso ci allontana. Le conversazioni
faccia a faccia sono sostituite da scambi di emoji e messaggi brevi, privi del
calore umano. Questo isolamento emotivo rischia di intaccare i rapporti di
comunicazione diretta, creando una generazione più connessa ai dispositivi che
agli altri esseri umani.
Non bisogna
sottovalutare un altro aspetto della forte innovazione tecnologica che fa
riferimento alla rete di comunicazione e interconnessione, indispensabile per
far funzionare tutti gli apparati digitali come la rete 5G che dobbiamo
considerare come progresso o rischio per la salute?
L'avvento delle
antenne 5G rappresenta una svolta nella velocità e nella capacità delle
comunicazioni digitali, ma solleva anche interrogativi sulla loro sicurezza per
la salute umana. Sebbene le istituzioni scientifiche e governative rassicurino
sul fatto che i livelli di esposizione elettromagnetica delle reti 5G siano
entro limiti considerati sicuri, non mancano studi che sollevano dubbi.
Le onde
millimetriche utilizzate dal 5G penetrano meno profondamente nei tessuti
rispetto alle generazioni precedenti, ma la loro alta frequenza richiede una
densità maggiore di antenne, spesso installate in prossimità di aree
residenziali. Questo ha portato a preoccupazioni sui potenziali effetti a lungo
termine, come alterazioni cellulari, disturbi neurologici e un possibile
aumento del rischio di malattie croniche.
La domanda che
emerge è: il progresso vale il rischio? Nonostante la tecnologia sia
indispensabile per sostenere la crescente domanda di connettività, è cruciale
continuare a monitorare gli effetti sulla salute con studi indipendenti,
adottare il principio di precauzione e migliorare la comunicazione trasparente
con i cittadini.
Da evidenziare
il problema della privacy; infatti ogni clic, ogni ricerca, ogni acquisto
online lascia tracce che vengono archiviate e analizzate. La raccolta
indiscriminata di dati personali ha portato a una crescente perdita di
controllo sulla propria privacy, rendendo gli utenti vulnerabili a furti
d'identità e abusi digitali.
In questo
contesto mi pongo una domanda che è di forte attualità:
Il portafoglio
digitale, può essere una innovazione che mette a rischio la libertà
individuale?
L’introduzione
del portafoglio digitale come sostituto dei documenti di identità cartacei,
rappresenta un passaggio epocale verso un approccio sempre più digitalizzato,
come anche l'uso del denaro. Tuttavia, questa innovazione suscita
preoccupazioni significative, sia per i cittadini sia per la democrazia.
Per i
cittadini, il portafoglio digitale sia per i documenti personale sia per il
denaro, non sembra offrire reali benefici rispetto all'uso cartaceo dei
documenti e per il denaro contante, ma introduce nuove vulnerabilità. Tra i
principali rischi vi è il furto di identità, già una minaccia crescente
nell’era digitale. Inoltre, la centralizzazione dei dati finanziari e di
identità in un unico sistema aumenta il rischio di cyber-attacchi e perdita di
dati sensibili.
Inoltre, è uno
strumento di controllo per lo Stato, infatti, dal punto di vista del controllo
governativo, il portafoglio digitale apre scenari inquietanti. La possibilità
di bloccare immediatamente le azioni di un individuo con un semplice click
rappresenta una forma di potere che può essere facilmente abusata. Questo
sistema si presta a limitare le libertà individuali, specialmente in contesti
in cui il cittadino non rispetta determinati "canoni" stabiliti per
legge, anche quando questi possono essere controversi o in conflitto con i
principi democratici.
Pertanto, la
democrazia è a rischio. Il passaggio al digitale totale mette in discussione il
concetto stesso di libertà economica e individuale, una delle basi della
democrazia. L’imposizione di un sistema interamente digitale rischia di
spersonalizzare il controllo delle finanze personali e dei dati di
riconoscimento, riducendo il cittadino a un semplice codice nel sistema.
E' molto
importante valutare la transizione al portafoglio digitale che deve essere
valutata attentamente. L’obiettivo di semplificare le transazioni finanziarie
insieme ai documenti di identità, non può giustificare l’erosione dei diritti
individuali e della sicurezza personale. I governi dovrebbero bilanciare le
esigenze di innovazione con la salvaguardia della libertà, della privacy e
della sicurezza dei cittadini, sarà possibile?
Da non
sottovalutare l'impatto ambientale del progresso.
L'evoluzione
tecnologica ha anche un costo ambientale. La rapida obsolescenza dei
dispositivi elettronici genera montagne di rifiuti elettronici difficili da
smaltire, contribuendo all'inquinamento e mettendo a rischio ecosistemi interi.
Quali possibili
soluzioni bisogna adottare? - È possibile invertire questa tendenza? - La
risposta non è semplice, ma alcuni passi possono essere fatti. Educare le
persone a un uso consapevole della tecnologia è essenziale. Creare momenti di
"detox digitale", investire in iniziative di riciclaggio per i
dispositivi elettronici e rafforzare le normative sulla privacy online sono
solo alcune delle strade percorribili.
Concludendo, la
tecnologia non è il nemico. È il nostro approccio a determinarne l'impatto. Se
sapremo trovare un equilibrio tra progresso e benessere, potremo godere dei
benefici della modernità senza cadere vittime dei suoi lati oscuri.
10 dicembre
2024 - Giuliano Martini Ascalone