Home Restaurant, l’appello al Governo: 'Urge una normativa nazionale per il settore'


ROMA
– Gaetano Campolo, CEO e fondatore della Home Restaurant Hotel, lancia un appello al governo italiano, per fare chiarezza sulla legislazione del settore degli Home Restaurant. Un settore promettente, visto che nonostante le incertezze normative e regole applicate in ordine sparso da Regioni ed enti, continua a crescere ed a portare ricchezza all’Italia. Ad oggi sono infatti oltre 1000 gli Home Restaurant presenti in 320 Comuni, registrati alla piattaforma di Campolo HomeRestaurantHotel.it.

In una recente intervista al Corriere della Sera Campolo ha evidenziato che, malgrado anni di battaglie e un percorso a ostacoli, sono purtroppo ancora in tanti ad agire in modo scorretto e diffondere informazioni fuorvianti, disorientando chi vorrebbe intraprendere questo tipo di attività.

"Combatto da quasi sette anni questa battaglia e rivolgo un appello a Meloni ed al Governo affinché si faccia chiarezza su questo settore. A oggi non esiste infatti una normativa nazionale che disciplini gli Home Restaurant in Italia".

Ad oggi l’unico tentativo di regolamentare il settore risale al disegno di legge 2647 del 17 gennaio 2017, che si è arenato al Senato ed è stato bocciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

"Noi riteniamo che gestire un Home Restaurant consiste in un’attività privata, e non in un esercizio pubblico, come voluto dall’Europa nelle agende 2014/2016. Del resto, il primo febbraio 2019 il Ministero degli Interni ha escluso all’attività di Home Restaurant l’applicabilità del D.M. N.564 del 1992, nel senso che l’attività in questione, purché sia svolta in modo del tutto occasionale, non è soggetta alla relativa disciplina commerciale, fiscale-igienico-sanitaria, ma è soggetta solo al controllo della Polizia di Stato, previa comunicazione dell’apertura dell’Home Restaurant".

Gaetano Campolo spiega poi che l'Home Restaurant rientra quindi nella disciplina della concorrenza, così come previsto dall’articolo 117 della Costituzione e non del commercio, materia di competenza dello Stato.

"Un pensionato, uno studente fino a 25 anni non dovrà essere costretto ad aprire la partita IVA se non vuole superare i 5000 euro annui come integrazione al reddito. Una eventuale legge e quindi un codice Ateco darebbe l’opportunità solo a chi volesse superare la cifra sopra citata l’apertura di partita IVA e non come vincolo per avviare un Home Restaurant" racconta il Ceo di HomeRestaurantHotel.it.

Altra confusione sul settore la generano poi le normative regionali e le risoluzioni che qualificano l’attività di Home Restaurant come ristorante classico.

"La Risoluzione numero 50481 del 2015 ha creato una considerevole confusione sul settore e notevoli danni economici e di immagine alla Home Restaurant Hotel. Risoluzione poi bocciata dall’Antitrust ad aprile 2017, con una risposta ufficiale dall’Ue ad agosto 2023 che sposa le nostre tesi. Ma nonostante le fake news, le sentenze ingiuste, le leggi regionali anticostituzionali e la concorrenza sleale, noi ed il settore dell’Home Restaurant continuiamo a crescere. E non è più tollerabile uno Stato che intralcia il lavoro delle persone".

Per questo urge una normativa nazionale che sgombri il campo dalle ambiguità e garantisca la corretta gestione del settore, al fine di proteggere gli operatori onesti e favorire la crescita del settore Home Restaurant in Italia.

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista e operatore della comunicazione.

Posta un commento

Nuova Vecchia