Il Canzoniere, 'La Paranza' di Daniele Silvestri


Parliamo oggi del brano dal titolo "La paranza" e cantato da Daniele Silvestri. Il brano fa parte dell'album "Il latitante", pubblicato nel 2007. La canzone è stata presentata in gara al Festival di Sanremo 2007, dove ha ottenuto un buon successo e si è classificata al 4º posto, subito dietro a Ti regalerò una rosa (Simone Cristicchi), Nel perdono (Al Bano) e Schiavo d'amore (Piero Mazzocchetti).

È lunga circa 4 minuti ed è diventata una specie di tormentone grazie allo stile allegro, caratterizzato da una melodia veloce ed orecchiabile con impulsi leggermente latino-americani e da un testo ossessivamente scandito da rime, talvolta incongrue. Ha raggiunto la 1ª posizione dei brani più trasmessi in radio.
Il titolo della canzone, che letteralmente è il nome di un peschereccio (da ciò deriva anche il nome del fritto di paranza, citato nel testo della canzone), si riferisce in realtà all'utilizzo che il termine paranza ha nel gergo della camorra, la criminalità organizzata campana, in cui viene usato per indicare i gruppi camorristici armati. Il testo, apparentemente spensierato, contiene in realtà alcuni riferimenti, ironici e nascosti, all'attualità e alla cronaca nera italiana del periodo: la criminalità e i latitanti, l'arresto del boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano, il processo per il delitto di Cogne con l'avvocato Taormina e tanto altro.

LA PARANZA (Daniele Silvestri)

Mi sono innamorato di una stronza
Ci vuole una pazienza
Io però ne son rimasto senza
Era molto meglio pure una credenza
Un fritto di paranza...paranza...paranza
La paranza è una danza
Che ebbe origine sull'isola di Ponza
Dove senza concorrenza
Seppe imporsi a tutta la cittadinanza
è una danza
ma si pensa
Rappresenti l'abbandono di una stronza
Dal calvario alla partenza
Fino al grido conclusivo di esultanza

Uomini uomini c'è ancora una speranza
Prima che un gesto vi rovini l'esistenza
Prima che un giudice vi chiami per l'udienza
Vi suggerisco un cambio di residenza
E poi ci vuole solo un poco di pazienza
Qualche mese e già nessuno nota più l'assenza
La panacea di tutti i mali è la distanza
E poi ci si consola con la paranza

La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza
La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza

Così da Genova puoi scendere a Cosenza
Come da Brindisi salire su in Brianza
Uno di Cogne andrà a Taormina in prima istanza
Uno di Trapani? Forse in Provenza
No no no no non è possibile
Non è raccomandabile
Fare ritorno al luogo originario di partenza
Ci sono regole precise in latitanza
E per resistere c'è la paranza

La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza

Dimmi che mi ami che mi ami
E quando ti allontani
Per prima cosa mi richiami
In ogni caso è meglio se rimani
Se rimandi a domani
Dimmi che ci tieni che ci tieni
E se non vieni
In ogni caso mi appartieni
E che ti manco più dell'aria che respiri
Più di prima
Più di ieri

Dov'è dov'è
Tutti si chiedono
Dov'è dov'è
Ma non mi trovano
Lo sai che c'è?
Che sto benissimo
Fintanto che
Sto a piede libero
E poi perchè
Ritornare da lei
Quando per lei è sempre stato meglio senza di me
Non riusciranno a prendermi
Io resto qui

La paranza es un baile
Que se baila con la latitanza
Con prudencia y elegancia
Y con un lento movimiento de panza
La paranza es un baile
Que se baila con la latitanza
Con prudencia y elegancia
Y con un lento movimiento de panza

E se io latito latito
Mica faccio un illecito
Se non sai dove abito
Se non entro nel merito
se non vado a discapito
Dei miei stessi consimili
Siamo uomini liberi
Siamo uomini liberi
Stiamo comodi comodi
Sulle stuoie di vimini
Sulle spiagge di Rimini
Sull'atollo di Bimini
Latitiamo da anni
Con i soliti inganni
Ma non latiti tanto quando capiti a pranzo
E se io latito latito
Mica faccio un illecito
Se non sai dove abito
Se non entro nel merito
se non vado a discapito
Dei miei stessi consimili
Siamo uomini liberi
Siamo uomini liberi
Stiamo comodi comodi
Sulle stuoie di vimini
Sulle spiagge di Rimini
Sull'atollo di Bimini
Latitiamo da anni
Con i soliti inganni
La paranza

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista e operatore della comunicazione.

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