FRANCESCO CARACCIOLO - Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), tra i più grandi rivoluzionari dell’arte, ci riserva sempre delle grandi sorprese che cambiano di volta in volta il corso degli studi intrapresi dai più importanti studiosi al mondo in merito alle sue vicende artistiche e biografiche, soprattutto negli ultimi trent’anni di ricerca storico-critica: a distanza di quasi tre anni (quando nell’aprile del 2021 mi occupai della sensazionale scoperta del dipinto raffigurante l’Ecce Homo di Madrid attraverso un articolo che ho pubblicato su varie riviste specializzate in storia e critica d’arte), ho intenzione di tornare nuovamente sull’argomento ma questa volta per parlare di un altro celeberrimo capolavoro del pittore lombardo che, in questi ultimi tre giorni, ha attirato su di sé l’attenzione mediatica e l’interesse pubblico da parte non soltanto degli studiosi ma anche di appassionati e curiosi.
Il ritrovamento di tre pagamenti inediti all’Archivio Storico del Banco di Napoli è destinato a riscrivere per sempre la complessa vicenda degli intensi rapporti, a livello contrattuale ed economico, che Caravaggio intrattenne con i suoi committenti (almeno negli ultimissimi mesi di vita del pittore che non farà mai più ritorno a Roma). Protagonista indiscusso della sensazionale scoperta risponde al nome di Vincenzo Sorrentino, giovane storico dell’arte nonché funzionario del Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli dove è stato assunto da poco: lo studioso pubblicherà i risultati di questo fortuito ritrovamento alla fine del mese di dicembre 2024 sulla prestigiosa e storica rivista "Paragone", fiore all’occhiello delle riviste specializzate in arte e letteratura fondata nel 1950 niente poco di meno che da Roberto Longhi, il più grande storico dell’arte del Novecento. In base allo studio molto scrupoloso ed attento del Dr. Vincenzo Sorrentino sui pagamenti ritrovati all’Archivio Storico del Banco di Napoli (fig. 1) emerge chiaramente che l’Adorazione dei pastori di Messina (fig. 2) venne realizzata quasi sicuramente a Napoli – per la conferma attendiamo l’uscita dell’articolo sulla rivista "Paragone" a fine dicembre - e poi spedita a Messina nell’autunno del 1609; inoltre, dopo un’attenta lettura di due dei tre documenti, lo studioso ha rilevato la presenza dell’agente Lanfranco Massa, già noto agli storici dell’arte nonché agli archivisti per essere stato coinvolto nell’invio a Genova, al nobile Marcantonio Doria, del Martirio di Sant’Orsola, tra le ultime fatiche di Caravaggio a Napoli.
Figura 1 - Palazzo Ricca, archivio storico Banco di Napoli |
Figura 2 - Adorazione dei pastori, Caravaggio, 1609 |
Per l’esecuzione della pala messinese del 1609 era stato pattuito il compenso di 300 ducati, la qual cosa ci fa comprendere quanto l’artista lombardo fosse molto quotato all’epoca della realizzazione delle sue opere, sia napoletane che siciliane, dieci anni dopo il grande successo pubblico che egli ottenne per l’esecuzione delle grandi tele in San Luigi dei Francesi a Roma (1599-1600). Non meno importante è la menzione che Sorrentino fa , all’interno del suo studio che verrà reso pubblico su "Paragone", di una nuova figura di committente "Ippolita Cattaneo de Marini", una nobildonna genovese pressoché ignota. Con questo ritrovamento si dovrà senza ombra di dubbio riscrivere la storia degli studi dedicati al grande Caravaggio affinché si possa mettere in evidenza viepiù la complessità delle relazioni sociali e culturali dell’epoca. La vicenda delle ultime fasi di vita di Michelangelo Merisi si arricchisce altresì di nuove ed inedite fonti documentarie che aprono certamente una nuova fase per quanto concerne gli studi caravaggeschi.
NOTE
1. L’Archivio Storico del Banco di Napoli rappresenta la più imponente raccolta archivistica di documentazione bancaria esistente al mondo. In circa 330 stanze sono raccolti e catalogati documenti bancari che vanno dalla metà del 1500 ad oggi. Esso si trova nella sede della Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali, nel cinquecentesco palazzo Ricca e nell’attiguo palazzo Cuomo. Vi sono contenuti e notizie rilevanti per la storia economica, sociale ed artistica delle regioni meridionali e documenti riguardanti la struttura e l’evoluzione degli istituti di credito in esse operanti, nonché contratti commerciali con nazioni europee.
2. Vincenzo Sorrentino, classe 1990, storico dell'arte di ritorno a Napoli - è uno dei nuovi assunti del Mic per il Museo di Capodimonte, guidato da Eike Schmidt - e anticipa i risultati della sua scoperta che saranno pubblicati a fine mese, nell’articolo intitolato Caravaggio 1609. Tre pagamenti inediti e una nuova committente, da «Paragone».