Noi vagabondi degli anni ’60 – un appello ai giovani di oggi

 


Gli anni '60 sono stati un periodo di grande fermento e cambiamento in tutto il mondo. Noi giovani di quell'epoca ci sentivamo "vagabondi", in cerca di libertà, espressione individuale e nuove esperienze. Eravamo parte di una rivoluzione che ha impresso una svolta alla società e alla cultura, gettando le basi di molti dei diritti e delle libertà che oggi si danno per scontati. È importante ricordarlo ai giovani di oggi, perché la nostra lotta è stata lunga e tutt’altro che facile.

Quegli anni sono spesso ricordati per i movimenti per i diritti civili, per la pace, per la libertà di espressione. Abbracciavamo idee di uguaglianza, rispetto, amore libero, e rifiutavamo la conformità rigida e senza spirito delle generazioni precedenti. La nostra musica era il cuore pulsante della ribellione: i Beatles, Bob Dylan, Jimi Hendrix e Janis Joplin davano voce a sogni e ideali e insieme a loro i gruppi e cantanti italiani:  I Rockes, I Corvi, I Nomadi, Francesco Guccini, L’Equipe 84, I New Dada, i Giganti e tanti altri, mentre noi scoprivamo nuovi modi di vivere e di pensare. Emblematica fu anche la canzone che chiedeva di “mettere dei fiori nei vostri cannoni”, un inno alla pace che invitava i giovani a ripudiare la violenza e a preferire un mondo di solidarietà e comprensione. E i nostri viaggi, fatti di autostop e di incontri improvvisati, erano la ricerca di una libertà più profonda, in contatto con la natura e lontano dalle strutture soffocanti della società.

Ma, cari giovani di oggi, non dimenticate che in ogni conquista ci sono sfide e pericoli. Molte delle nostre battaglie non erano prive di sacrifici. La guerra del Vietnam e i conflitti sociali dividevano il mondo e noi stessi, mentre il movimento hippie, pur fondato su pace e amore, non era immune da critiche e insidie. Anche oggi, le vostre conquiste sociali e digitali sono piene di insidie, e vi mettono davanti a scelte che definiranno il vostro futuro.

In questo mondo iperconnesso, non diventate schiavi del telefono o dei videogiochi, che rischiano di rendervi dipendenti da una realtà virtuale, lontana dalla vita vera e dalle relazioni autentiche. Ricordate, l’esistenza è fuori da uno schermo: esprimete la vostra individualità, ma non isolatevi dietro una tastiera. E poi, c’è la droga, una piaga pericolosa che continua a distruggere speranze e sogni, proprio come accadeva anche nei nostri anni.

Riprendete in mano la vostra vita. Non assoggettatevi a chi usa queste distrazioni per rendervi indifferenti, per soffocare i vostri ideali e allontanarvi dai vostri sogni. Abbiamo vissuto la nostra vita in cerca di libertà vera, e sappiamo che è faticosa e piena di ostacoli, ma non c'è niente di più prezioso. Non cadete nella trappola di chi vuole solo sottomettervi.

Essere un “vagabondo degli anni '60” significava essere liberi, creativi, ribelli. Siate ribelli anche voi, ma con coraggio e consapevolezza. Prendete la vita come una tela da dipingere, con i colori dei vostri ideali e della vostra forza. Noi ve lo chiediamo come chi è passato prima di voi: scegliete di essere liberi e di vivere davvero.

Oggi noi siamo anziani, e spesso ci definiscono "nulli" o "ingombranti", ma non dimenticate che la nostra generazione ha vissuto una rivoluzione: siamo stati protagonisti di un'epoca di cambiamenti profondi, un movimento che ha dato nuova energia al mondo, imprimendo una direzione diversa e positiva al futuro. Abbiamo vissuto gli anni ’60, anni di fermento e di ideali, anni in cui la ricerca di libertà e giustizia era la nostra stella polare. Non eravamo sempre consapevoli di tutto, ma ci sentivamo vivi e lottavamo per qualcosa di più grande di noi. Non fate distruggere tutto quello che abbiamo conquistato per tutti e per il benessere sociale.

28 ottobre 2024 - Giuliano Martini Ascalone


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