ROMA – Scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, autore di canzoni come Piove e Romantica, di spettacoli come Scanzonatissimo, è entrato a far parte della storia della televisione italiana.
Dino Verde (all’anagrafe Edoardo) è nato a Napoli nel 1922 ed è scomparso nel 2004. A vent’anni dalla morte, Sorrento gli dedica uno speciale omaggio nell’ambito del Premio cinematografico "Penisola Sorrentina", organizzato e diretto da Mario Esposito.
Verde apparteneva a quella razza di intellettuali, poeti e scrittori che avevano provato le ristrettezze e gli orrori della guerra. Subito dopo il diploma all’Accademia aeronautica nel 1943 fu arruolato infatti come ufficiale pilota di idrovolanti e gettato in quel che poi definì «lo spavento della guerra» (Gente, 15 febbraio 1963, p. 74).
Congedatosi da tenente, si diede al giornalismo dapprima come autore satirico per il periodico Marc’Aurelio, fucina di talenti tra cui Federico Fellini ed altri. Negli anni Cinquanta lavorò molto per la rivista, scrivendo per artisti come Nino Taranto, Macario, Wanda Osiris, intrecciando frequentazioni culturali e cinematografiche. Tra tutte si segnala quella con Luchino Visconti.
Amato e cercato come autore dal duo Billi e Riva, Verde scrisse anche lo spettacolo teatrale Billi e pupe con Billi, Domenico Modugno e il Quartetto Cetra, parodia del celebre film americano con Marlon Brando e Frank Sinatra.
Lavorò in radio, nella televisione e nel cinema, firmando una serie di film. Si lega al suo nome Rascel-Fifì (1957), film-parodia che annoverava nel cast, oltre al protagonista romano Renato Rascel, anche Dario Fo,Franca Rame, Antonella Steni e altri, con la regia di Guido Leoni. Nel resto del decennio l’autore napoletano collaborò alla stesura di diversi film, con vari protagonisti del cinema italiano: Nino Manfredi in Caporale di giornata (1958) di Carlo Ludovico Bragaglia e Carmela è una bambola (1958) di Gianni Puccini con Marisa Allasio (ispirato dalla canzone napoletana ’A sonnambula); Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e Vittorio De Sica in Domenica è sempre domenica (1958) di Camillo Mastrocinque, derivato dalla omonima canzone sigla della trasmissione televisiva Il musichiere; l’amico Taranto in Mariti in città (1957) di Luigi Comencini e Il terribile Teodoro (1959) di Roberto Bianchi Montero; ancora Tognazzi e Raimondo Vianello in Noi due evasi (1959) di Simonelli. Il filone comico degli anni Cinquanta culminò nel formidabile Il vedovo di Dino Risi del 1959 con Sordi e Franca Valeri, che Verde sceneggiò con Rodolfo Sonego e altri.
Per celebrare la figura di questo prolifico autore, nel 2014 Mario Esposito, Gino Rivieccio e il figlio Gustavo Verde (autore anch’egli , che scrisse con il padre, per la radio, Che domenica ragazzi) hanno ideato il premio Dino Verde, sezione speciale del Premio Penisola Sorrentina ®. Nel palmares del riconoscimento è possibile scorrere nomi prestigiosi di artisti che lavorarono insieme con Dino e che a lui furono legati anche da amicizia: Lino Banfi, Pippo Baudo, Leo Gullotta, Giancarlo Magalli, Anna Mazzamauro, Corinne Clery, solo per ricordare i prinicpali.
"Celebrare una figura come quella di Dino Verde significa condividere un percorso identitario, che nello speciale anniversario dei vent’anni dalla morte intercetta due momenti cruciali della nostra storia e del nostro costume: i 70 anni della televisione italiana e i 100 anni della radio" spiegano i membri del board organizzativo del Premio Penisola Sorrentina, presieduto dal Sindaco di Sorrento Massimo Coppola.
L’evento, che si svolgerà al Teatro Tasso di Sorrento il 26 ottobre, è inserito nel programma di promozione del cinema e dell’audiovisivo del Ministero della Cultura e della Film Commission Regione Campania.