'Guerra', Alma Fred ci sveglia dal sonno dell’indifferenza


In una società che premia chi abbassa lo sguardo e punisce chi ha ancora qualcosa da dire esce il brano Guerra, che vuole essere una sveglia per tutti noi. Alma Fred è tra i finalisti regionali del Sanremo Rock & Trend Festival 2025

MONZA - C’è chi la musica la scrive per compiacere, per riempire uno sfondo, per scalare una playlist. E poi c’è chi scrive per dire qualcosa. "Guerra", il nuovo brano di Alma Fred, uscito alla mezzanotte del 10 luglio, fa parte di questa seconda categoria. Non è una canzone da sottofondo. È una vera e propria sveglia. Non urla, ma pesa. Non indulge, ma scuote. È un brano nato dal disagio, dal bisogno di non restare in silenzio, in una società che premia chi abbassa lo sguardo e punisce chi ha ancora qualcosa da dire.

Alma Fred è un progetto musicale nato a Milano, indipendente fino al midollo, accompagnato dalla band Underframe e mosso da una necessità viscerale di raccontare il mondo così com’è, senza filtri e senza sconti. “Guerra” è una riflessione aspra e poetica insieme su ciò che ci circonda: il conflitto in Ucraina, il riaccendersi della questione israelo-palestinese, l’instabilità internazionale che si fa quotidianità.

Ma è anche e soprattutto una critica feroce all’assuefazione, alla narrazione confezionata, al modo in cui impariamo a convivere con l’orrore perché ci è più comodo farlo. In un passaggio del testo si legge un concetto che è il cuore di tutto: “Qualunque fine non giustifica mai tale mezzo”. E questo mezzo, la guerra, ci rende tutti sconfitti. Anche chi la vince.

Il brano non si limita a descrivere. Prende posizione. Entra nel merito. Ricorda che l’articolo 11 della Costituzione italiana — lo stesso che troppe volte viene ignorato in politica estera e nelle discussioni pubbliche — dice chiaramente che "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Un articolo dimenticato, in un Paese che oggi parla di riarmo senza vergogna. Alma Fred lo riporta lì dove serve: nella musica, nei pensieri, nei cuori di chi ascolta.

Musicalmente, "Guerra" si muove tra alternative rock e cantautorato oscuro, con un impianto sonoro che accompagna le parole senza sovrastarle. Ogni strofa è un colpo secco, ogni verso è carico di memoria. Ma soprattutto, il pezzo è scritto con un rispetto assoluto per l’intelligenza di chi ascolta: non spiega tutto, non serve spiegare tutto. Ti affida la responsabilità di capire. È questo che rende "Guerra" così importante. È una canzone che non ti dice "questa è la mia opinione", ma ti chiede: "e tu cosa pensi davvero?".


Piattaforme streaming dove la voce di Alma Fred si fa spazio in un mare di contenuti vuoti. E si fa sentire, eccome se si fa sentire. Non con il volume, ma con il peso. Perché oggi fare una canzone che parla di guerra, senza cadere nella propaganda o nella lamentazione sterile, è già un atto artistico forte. E farlo con onestà, senza filtri estetici, è quasi un atto rivoluzionario.

Ma "Guerra" non resta solo online.

Il progetto Alma Fred & Underframe è stato selezionato tra i finalisti regionali del Sanremo Rock & Trend Festival 2025 e si esibirà il 20 luglio al Parco di Villa Tittoni a Desio (MB). Sul palco ci saranno 30 artisti da tutta la Lombardia, ma questa è una di quelle esibizioni che rischiano di farti dimenticare il resto. Perché mentre tanti cantano per essere notati, Alma Fred canta per non dimenticare. Sanremo Rock, giunto alla sua 38ª edizione, è da sempre una vetrina per chi porta musica originale. Ma qui non si tratta solo di originalità: si tratta di urgenza, di messaggi, di coraggio. E Alma Fred ha tutto questo, senza forzature.

In un panorama musicale che spesso assomiglia a una bacheca pubblicitaria, Alma Fred è una presenza che stona — nel senso migliore del termine. Non si adatta. Non si vende. Non cerca scorciatoie. "Guerra" non è il brano che ti salva una serata. È quello che ti rovina un pomeriggio. Quello che ti entra in testa e ci resta. Quello che ti costringe a pensare, magari anche solo per un minuto in più del solito. E in tempi come questi, un minuto di pensiero è già resistenza.

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