I Giudici di Bari condannano Agenzia Riscossione per aver pignorato i conti bancari di un contribuente poiché i debiti erano già sospesi. PIN denuncia: “Con un Garante dei contribuenti più forte avremmo potuto evitare questa situazione, presenteremo una nuova petizione in Senato”.
Ha dell’incredibile quanto accaduto a un imprenditore di Bari che si è visto pignorare da ADER i conti correnti per quasi 500 mila euro nonostante una precedente ordinanza del Tribunale avesse già sospeso l’esecuzione. Il contribuente, assistito dall’Avv. Matteo Sances, nonostante avesse già ottenuto la sospensione delle pretese in un precedente processo è stato dunque costretto ad agire nuovamente in giudizio.
I fatti
Nel marzo del 2022 il concessionario della riscossione procedeva con un pignoramento nei confronti del contribuente ma tale procedura veniva sospesa dal giudice dell’esecuzione del Tribunale di Bari.
Nonostante la sospensione dell’esecuzione, però, nel 2024 l’Agenzia della Riscossione pignorava nuovamente i conti correnti del contribuente.
Il Tribunale di Bari, dunque, con ordinanza del 4 aprile scorso ha preso atto della situazione e condannato l’ente a pagare circa 6.000 euro di spese legali. Tale ordinanza è stata resa pubblica in questi giorni poiché non risulta impugnata dagli enti e dunque è divenuta irrevocabile.
Sul punto, interviene il Presidente di Partite Iva Nazionali, il Cav. Antonio Sorrento: “Leggendo l’ordinanza (liberamente disponibile sul sito www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti) il giudice dichiara <<Rilevato che l’azione esecutiva intrapresa dall’ADER è stata tempestivamente sospesa …. Considerato che la medesima non poteva essere avviata dall’Agente della Riscossione … ove si consideri vieppiù che i medesimi titoli posti a fondamento dell’esecuzione risulterebbero sospesi anche da giudice del lavoro di questo Tribunale innanzi al quale risultano essere stati preventivamente impugnati…>>”.
Continua il Presidente Sorrento: “I cittadini e le imprese non possono rischiare di subire azioni del genere. Siamo convinti che se ci fosse un Garante dei Contribuenti più forte situazioni del genere si sarebbero risolte velocemente e senza ricorrere ad azioni giudiziarie e per questo motivo come PIN ci stiamo muovendo in Parlamento per chiedere di ridare al Garante i poteri sottratti con la riforma fiscale dello scorso anno”.
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