L'8
marzo è la festa della donna... e gli altri giorni?
Ogni
anno, l’8 marzo, il mondo si tinge di giallo per celebrare la Giornata
Internazionale della Donna. Mimose, auguri, eventi dedicati e riconoscimenti
affollano la giornata, un momento importante per riflettere sulle conquiste
femminili in ambito sociale, politico ed economico.
Questa
ricorrenza assume significati diversi a seconda dei contesti culturali, sociali
ed economici, è un’occasione per riflettere sui traguardi raggiunti e sulle
sfide ancora aperte in tema di parità di genere, ma anche per interrogarsi:
cosa accade negli altri giorni dell’anno?
L’8
marzo rappresenta una vetrina mediatica per tematiche che altrimenti
rischierebbero di passare inosservate. Manifestazioni, eventi culturali e
iniziative politiche accorrono in piazze e città, portando alla luce storie di
emancipazione e di lotta contro le discriminazioni. Tuttavia, la realtà
quotidiana di molte donne rimane segnata da disparità salariali, violenze di
genere e pregiudizi che non si esauriscono in una sola giornata.
“La
celebrazione dell’8 marzo deve essere vista come un punto di partenza, non come
la conclusione di una battaglia che si combatte ogni giorno. “Il riconoscimento
e la valorizzazione delle donne dovrebbero andare ben oltre una singola
ricorrenza annuale.”
La
celebrazione della donna non dovrebbe esaurirsi in ventiquattro ore di
attenzioni e simbolismi, ma diventare una consapevolezza quotidiana. Perché se
da un lato si riconoscono i successi e i diritti conquistati con lotte e
sacrifici, dall’altro resta ancora molto da fare. La discriminazione sul lavoro
e nella società sono problemi tuttora irrisolti in molti paesi del mondo,
compresa l'Italia.
Nel
resto dell’anno, il contributo delle donne viene spesso invisibilizzato o
sottovalutato. In molti ambiti – dal lavoro domestico al settore professionale
– il cammino verso una piena parità resta ancora lungo. Le statistiche rivelano
che, nonostante i progressi, le donne continuano a guadagnare in media meno
degli uomini e a essere sottorappresentate nelle posizioni di vertice.
Inoltre,
le nuove generazioni si confrontano con un panorama sociale in evoluzione: la
presenza dei media digitali e delle piattaforme social ha permesso una maggiore
consapevolezza e diffusione delle tematiche di genere, ma ha anche esposto le
donne a nuove forme di discriminazione e violenza online. “L’educazione alla
parità e il rispetto reciproco devono essere integrati nella vita di tutti i
giorni, non solo durante le celebrazioni ufficiali.
Le
istituzioni, dal governo alle organizzazioni non governative, hanno il compito
di trasformare lo slancio simbolico dell’8 marzo in politiche concrete.
L’adozione di leggi più incisive, il sostegno a programmi di formazione e la
promozione di iniziative che favoriscano l’accesso delle donne a posizioni di
responsabilità sono passi fondamentali per garantire un cambiamento duraturo.
Nel
frattempo, la società civile continua a mobilitarsi. Campagne di
sensibilizzazione, workshop e incontri tematici sono organizzati tutto l’anno
per mantenere viva l’attenzione sulle problematiche di genere. Queste
iniziative, pur spesso più silenziose rispetto al clamore mediatico dell’8
marzo, sono altrettanto importanti: costruiscono una cultura di rispetto e
parità che trascende le festività.
Se
l’8 marzo è la festa della donna, ogni giorno è un’opportunità per riconoscere
e sostenere i diritti, le competenze e le aspirazioni femminili. È un invito a
non limitarsi a celebrare una ricorrenza, ma a impegnarsi quotidianamente per
costruire una società in cui ogni donna possa sentirsi valorizzata, protetta e
rispettata.
Il
cammino verso la parità non si esaurisce in un solo giorno: è un percorso che
richiede consapevolezza, impegno e solidarietà da parte di tutti gli attori
della società. Solo così si potrà garantire che il contributo delle donne venga
riconosciuto non solo l’8 marzo, ma ogni singolo giorno dell’anno.
Già
nell’Ottocento, personalità illuminate come Salvatore Morelli si battevano per
i diritti delle donne. Parlamentare e intellettuale, Morelli fu un accanito
sostenitore dell'uguaglianza tra i sessi, proponendo riforme legislative
avanzate per il suo tempo, come il diritto al divorzio e l’accesso delle donne
all’istruzione. Il suo impegno, tuttavia, fu spesso osteggiato e riconosciuto
solo molti anni dopo. La sua storia ci ricorda che il cammino verso la parità è
lungo e richiede il contributo di tutti, uomini e donne.
L’8
marzo non deve essere solo una festa, ma un’occasione per ricordare che la
parità di genere è una battaglia che si combatte ogni giorno. Serve un
cambiamento culturale che parta dall’educazione e dall’impegno di tutti:
istituzioni, aziende, famiglie e singoli individui.
Quindi,
il giorno dopo l’8 marzo, e tutti quelli a seguire, la domanda resta aperta:
quando smetteremo di considerare la parità un’eccezione da celebrare e la
trasformeremo in una realtà concreta?
8 marzo 2025 - Giuliano
Martini Ascalone