Gli occhi che non vogliono vedere e il fumo nel cervello


 

Viviamo in un'epoca di straordinaria complessità e trasformazione, in cui l'accesso alle informazioni è diventato quasi illimitato. Eppure, paradossalmente, ci troviamo di fronte a un fenomeno sempre più diffuso: l'incapacità o, peggio, la volontà deliberata di non vedere la realtà che ci circonda. Questo è il risultato di un connubio perverso tra disinformazione, abitudine all'indifferenza e la cortina fumogena creata da chi ha interesse a mantenere le masse nell'oscurità.

Gli occhi che non vogliono vedere rappresentano una metafora potente: non si tratta di un problema fisico, ma di una scelta consapevole o semi-consapevole di ignorare ciò che è scomodo o sgradito. In questo senso, i social media giocano un ruolo fondamentale, creando bolle di consenso in cui l'individuo si isola da tutto ciò che potrebbe contraddire la propria visione del mondo. La verità diventa allora un concetto fluido, modellato su misura per assecondare i pregiudizi e le convinzioni di ciascuno.

Ma non è solo una questione di disinformazione. Il fumo nel cervello — inteso come una nebbia mentale che offusca il pensiero critico — è il prodotto di una cultura che spesso privilegia l'emozione rispetto alla razionalità. La paura, la rabbia e l'indignazione sono diventate le armi preferite di chi manipola l'opinione pubblica, perché spingono le persone ad agire impulsivamente, senza riflettere.

Questo fenomeno non riguarda solo le questioni globali, come la crisi climatica, le disuguaglianze economiche o i conflitti internazionali. Si manifesta anche nella vita quotidiana, quando scegliamo di ignorare la sofferenza altrui, di voltare le spalle a un problema che potremmo risolvere o di chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie.

E allora, qual è la soluzione? Come possiamo dissipare il fumo nel cervello e aprire gli occhi alla realtà? La risposta risiede nell'educazione, nel coltivare il pensiero critico e nel favorire il dialogo. Dobbiamo imparare a porci domande, a mettere in discussione ciò che ci viene detto e a cercare attivamente la verità. Ma dobbiamo anche riscoprire l'empatia, che è il collante di ogni società sana.

In un mondo sempre più complesso, la sfida è grande, ma non impossibile. Aprire gli occhi richiede coraggio, perché la verità è spesso scomoda. E richiede anche responsabilità, perché vedere significa agire. La speranza è che, un giorno, il fumo nel cervello si dissolva, lasciando spazio a una visione chiara e condivisa del mondo che vogliamo costruire.

 

 23 gennaio 2025 - Giuliano Martini Ascalone


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