I talenti sono necessari alle aziende per innovare e crescere, ma i consueti canali per cercare lavoratori di talento sono oggi meno efficaci: ecco cosa fare per reclutare il personale giusto
MILANO - Secondo l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano l’88% delle organizzazioni italiane fatica ad assumere nuovo personale. E quel che è peggio è che lo scenario sembra in peggioramento: in circa la metà dei casi la difficoltà sarebbe infatti cresciuta nell’ultimo anno. A complicare la vita delle imprese alla ricerca di nuovi talenti ci sono la carenza di competenze tecniche (nel 57% dei casi) e di soft skills (nel 36% dei casi) ma va detto che non solo di mismatch di competenze si parla. Spesso a rendere le assunzioni più difficili sono anche altri fattori, quali per esempio il mancato incontro tra quanto desiderato dai candidati in termini di flessibilità, di stile di vita e di carriera e quanto offerto invece dalle aziende.
Il rischio concreto in questo scenario è quello di ritrovarsi senza i talenti necessari per alimentare la crescita del business, proprio per via della difficoltà nel reperire delle figure qualificate.
Il Recruitment nel 2025: quando trovare talenti diventa arte strategica
In un panorama economico sempre più complesso, il dato dell'Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano suona come un campanello d'allarme, con l'88% delle organizzazioni italiane fatica ad acquisire nuovi talenti. Un fenomeno in crescita che nell'ultimo anno ha toccato livelli critici per circa la metà delle aziende.
"Non stiamo parlando di una semplice carenza di candidati" spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting "Assistiamo a una trasformazione profonda del mercato del lavoro, dove il tradizionale mismatch di competenze tecniche (57%) e soft skills (36%) si intreccia con un cambio paradigmatico nelle aspettative dei professionisti di alto livello".
La vera sfida non si limita al recruitment tradizionale. Le aziende si trovano di fronte a un paradosso: mentre aumenta la necessità di talenti per sostenere l'innovazione e la crescita, diminuisce l'efficacia dei canali convenzionali di ricerca.
"Il vero rischio per le aziende oggi non è solo non trovare personale, ma perdere opportunità di mercato per l'assenza di figure strategiche" sottolinea Adami "In questo contesto, l'head hunting si trasforma da servizio accessorio a leva strategica per la competitività aziendale".
Anche a Milano difficoltà a trovare i giusti talenti
Milano, in particolare, rappresenta un microcosmo di questa sfida globale. Come hub finanziario e dell'innovazione, la città attrae i migliori talenti ma anche la competizione più agguerrita. Qui, la ricerca del personale qualificato richiede un approccio che va oltre il semplice matching di competenze.
"La chiave sta nel comprendere che i migliori talenti non sono semplicemente alla ricerca di un lavoro" precisa l'head hunter. "Cercano progetti stimolanti, culture aziendali allineate ai loro valori e, soprattutto, opportunità di impatto reale. Per questo un head hunter deve essere prima di tutto un interprete strategico di queste dinamiche".
L'approccio vincente all'head hunting oggi richiede:
- Una profonda comprensione delle dinamiche di settore
- La capacità di anticipare i trend di mercato
- Un network costantemente coltivato di professionisti di alto livello
- La competenza per valutare non solo le skills tecniche, ma anche il potenziale di crescita
Da qui la necessità di avvalersi dell’aiuto di esperti, come un "cacciatore di teste".
"Il valore di un head hunter si misura nella capacità di creare connessioni che vanno oltre il semplice matching di competenze" conclude Adami "Si tratta di costruire ponti tra visioni aziendali e aspirazioni professionali, garantendo che ogni inserimento non sia solo una soluzione immediata, ma un investimento nel futuro dell'organizzazione".
Nel contesto milanese, dove la competizione per i talenti raggiunge livelli di particolare intensità, la scelta del partner per la ricerca di professionisti diventa essa stessa una decisione strategica.
"Ad esempio ad Adami & Associati, con oltre 15 anni di esperienza nella selezione di profili di alto livello, abbiamo sviluppato un approccio unico che combina profonda conoscenza dei settori chiave - dal Finance al Luxury, dal Retail alla Chimica, con una metodologia che garantisce non solo il matching di competenze, ma veri e propri inserimenti strategici per il futuro aziendale. In un mercato dove il talento è la vera valuta della crescita, la capacità di attrarre e inserire i talenti giusti nella propria azienda diventa la discriminante tra stagnazione e sviluppo. Non si tratta più solo di riempire posizioni, ma di costruire il futuro delle organizzazioni, un talento alla volta" conclude Carola Adami.