Europa e futuro geopolitico, la reazione dei leader alla vittoria di Trump e la posizione di Giorgia Meloni

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BUDAPEST
– Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i leader europei si sono riuniti a Budapest per delineare una strategia sul futuro geopolitico del continente, in particolare rispetto alla guerra in Ucraina e alla difesa degli interessi dell’UE. Tra i protagonisti del dibattito, la premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia a fianco dell’Ucraina, rimarcando la necessità di un’Europa più autonoma e consapevole delle proprie responsabilità.

La Meloni ha sottolineato che l’Italia continuerà a sostenere Kiev finché persisterà il conflitto, lodando il coraggio del popolo ucraino e l’appoggio dato finora dall’Occidente. Ha aggiunto che il nuovo scenario mondiale richiede all’Europa di essere più unita e capace di difendere i propri interessi: "L'Europa deve trovare una sua quadra e prendere le misure di sé stessa" ha dichiarato, auspicando che il dibattito sulla competitività, già aperto in seguito all’Inflation Reduction Act statunitense, possa spingere i Paesi europei a una maggiore autonomia economica. Ha inoltre citato ironicamente il celebre slogan di JFK, invitando l’Europa a riflettere su cosa possa fare per sé stessa, piuttosto che dipendere dagli Stati Uniti.

Il monito di Macron e l’autonomia dell’Europa

Il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo a inizio summit, ha lanciato un avvertimento contro il rischio di nuovi sovranismi, sollecitando una reazione compatta. "L'Europa si svegli, dobbiamo difendere i nostri interessi," ha dichiarato, indicando come unica strada perseguibile quella di una sovranità europea nei settori economico e della difesa. Questa visione è stata ulteriormente discussa durante una cena informale dei 27 leader UE presso il Parlamento ungherese, in un’atmosfera che ha evidenziato la necessità di una politica estera e difensiva comune.

Immigrazione e Paesi sicuri: le preoccupazioni di Meloni

Meloni ha anche richiamato l’attenzione sulle recenti sentenze relative ai cosiddetti "Paesi sicuri", sollevando il problema che alcune interpretazioni giuridiche rischino di bloccare qualsiasi iniziativa di controllo sull’immigrazione illegale. "Se leggendo alcune sentenze si rischia di trovarsi di fronte a una realtà nella quale non esistono Paesi sicuri" ha spiegato Meloni "di fatto si compromette ogni possibilità di governare l’immigrazione". Ha trovato ampio sostegno su questo tema tra gli altri leader, segno di una crescente preoccupazione comune.

Difesa europea: più autonomia, ma non a scapito dei cittadini

Durante il vertice, Meloni ha ribadito l’importanza di potenziare la difesa europea per garantire maggiore indipendenza. Ha tuttavia posto un limite chiaro: "Non sono disposta a fare pagare il prezzo ai cittadini italiani. Le risorse vanno destinate a priorità reali". Ha sottolineato che, pur apprezzando le novità introdotte nel nuovo Patto di Stabilità, ritiene necessario rafforzare ulteriormente gli strumenti di investimento in difesa.

Il vertice si è concluso con un impegno dei leader a continuare a collaborare per costruire un’Europa più forte, capace di rispondere alle sfide internazionali in autonomia. Meloni ha lasciato Budapest nel primo pomeriggio, manifestando la propria soddisfazione per il dibattito costruttivo e confermando l’impegno dell’Italia su scala europea.

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista e operatore della comunicazione.

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