Vinci l’Abitudine e Ritrova il Senso di Meraviglia

 


In un mondo che corre veloce e che ci spinge verso l’omologazione, il senso di meraviglia sembra sfuggirci sempre di più. Il bombardamento quotidiano di informazioni, immagini e stimoli esterni rischia di renderci insensibili a ciò che è straordinario, nascondendolo dietro la cortina dell’abitudine. Ma la meraviglia è lì, pronta a sorprenderci ogni giorno, purché siamo disposti a rinnovare il nostro sguardo sul mondo.

L’abitudine come nemico della meraviglia

L’abitudine è uno dei principali fattori che ci allontana dalla capacità di stupirci. Ci abituiamo a ciò che vediamo e viviamo ogni giorno: una splendida alba, il sorriso di una persona cara, il verde rigoglioso degli alberi. Col tempo, tutto ciò diventa quasi invisibile ai nostri occhi, offuscato dalla routine. Questo processo, però, ci priva di una delle più grandi gioie della vita: la capacità di vedere il mondo con gli occhi di un bambino, pieni di stupore e curiosità.

Il filosofo francese Henri Bergson sosteneva che l’abitudine anestetizza la nostra capacità di percepire. Secondo lui, solo chi riesce a sottrarsi a questa anestesia può vivere la vita in pienezza. E questo è possibile, ma richiede uno sforzo consapevole.

Il potere di un nuovo sguardo

Recuperare il senso di meraviglia non significa cercare esperienze straordinarie o viaggi lontani. Al contrario, la vera sfida è riscoprire lo straordinario nel quotidiano. Il segreto sta nell’allenare lo sguardo a cogliere dettagli che, nella frenesia della routine, ci sfuggono. Il poeta William Blake ci invita a “vedere un mondo in un granello di sabbia e il cielo in un fiore di campo”. È in questa capacità di apprezzare i piccoli miracoli che si nasconde il segreto della meraviglia.

Il ruolo della consapevolezza

La consapevolezza del momento presente, è uno strumento efficace per recuperare il senso di meraviglia. Fermarsi, rallentare e osservare con attenzione ciò che ci circonda permette di riscoprire la bellezza in ogni cosa. In un mondo che ci spinge a correre sempre più veloci, la lentezza diventa un atto rivoluzionario. La meraviglia non si manifesta quando siamo di fretta; essa richiede tempo, spazio e attenzione.

Un esempio tangibile è il fenomeno della “prima volta”. La prima volta che vediamo un paesaggio mozzafiato o assaporiamo un piatto nuovo, la sensazione è intensa e appagante. Col passare del tempo, però, la ripetizione sbiadisce quell’intensità. Rinnovare lo sguardo, anche davanti a ciò che abbiamo visto centinaia di volte, può riportarci quella magia.

Tecnologia e distrazione sono ostacoli al senso di meraviglia

Viviamo nell’era della tecnologia, che ci offre infinite possibilità di connessione e informazione. Tuttavia, proprio questa iperconnessione rischia di farci perdere il contatto con il mondo reale. Le notifiche continue e la dipendenza dai dispositivi digitali ci distolgono dal presente, impedendoci di notare la bellezza che ci circonda.

Gli esperti parlano di "sovraccarico informativo", una condizione che ci spinge a consumare velocemente ogni esperienza, senza mai soffermarci davvero. In questo contesto, la meraviglia è una delle prime vittime. Recuperarla significa anche imparare a disconnettersi, riscoprendo il valore del silenzio e del tempo per riflettere.

La meraviglia come strumento di crescita

Il senso di meraviglia non è solo una fonte di gioia e appagamento personale, ma anche uno strumento di crescita. Stupirsi di fronte al mondo ci spinge a porci domande, a esplorare, a imparare. La curiosità che accompagna la meraviglia ci rende aperti a nuove esperienze e prospettive.

Il filosofo greco Aristotele sosteneva che “la meraviglia è l'inizio della conoscenza”. Senza di essa, perdiamo lo stimolo a cercare risposte e a evolverci. Riconquistare questo stato di stupore continuo, dunque, non solo arricchisce la nostra esistenza, ma alimenta il nostro spirito di ricerca.

Conclusione

Per non perdere il senso di meraviglia, dobbiamo vincere l’abitudine che ci rende insensibili. Questo implica un lavoro interiore, un rinnovamento costante dello sguardo e la capacità di rallentare per apprezzare la bellezza che ci circonda. La meraviglia, infatti, non è qualcosa di lontano o straordinario, ma si cela nel quotidiano, accessibile a chi è disposto a guardare il mondo con occhi nuovi.

16 ottobre 2024 - Giuliano Martini Ascalone

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