Leggende, misteri e brividi culturali: quando la paura diventa conoscenza


ILARIA SOLAZZO
- Alcuni autori scrivono per far tremare, altri per far sorridere. Poi ci sono quelli che riescono a fare entrambe le cose, scegliendo la strada meno battuta: quella che attraversa il mistero con la torcia accesa della curiosità.

Eva Santini, autrice di Leggende del Mistero, ha fatto proprio questo: ha raccolto 25 storie spettrali, oscure, a volte struggenti, provenienti da ogni angolo del pianeta, e le ha cucite insieme in un viaggio narrativo adatto a lettori dai 10 anni in su — ma capace di parlare anche ai più grandi.

Non si tratta solo di racconti per Halloween, anzi: è una raccolta senza tempo, un atlante del soprannaturale che profuma di antiche credenze, folklore autentico e voglia di conoscenza.

Fa parte di una nuova collana autopubblicata che promette grandi sorprese: Grandi Leggende del Mondo, inaugurata con Leggende di Roma e destinata a proseguire con Leggende d’Inverno.

Ho chiacchierato con Eva Santini proprio partendo da lì: dal mistero. E come spesso accade, abbiamo finito per parlare anche di meraviglia, cultura e scoperta.

D. Eva, cominciamo da qui: Leggende del Mistero è uscito in autunno, si presta perfettamente a Halloween, ma lei sottolinea spesso che non è un libro stagionale. Ci racconta perché?

R. Perché la paura non ha stagione. E le leggende, nemmeno. È vero, nel libro ci sono storie spettrali, figure inquietanti, fantasmi, mostri… ma non parliamo solo di Halloween. Leggende del Mistero è un viaggio nella paura come linguaggio umano: un modo di conoscere il mondo, le culture, le radici. Ogni civiltà ha raccontato le sue paure, e queste storie sono come finestre aperte sulla nostra storia collettiva. Quindi sì, fa paura — ma fa anche pensare, immaginare, scoprire. È questo il cuore del libro.

D. In effetti, non sono solo leggende "da brivido", ma racconti che arrivano da tutto il mondo. Come li ha scelti?

R. Ho cercato leggende con una base vera, o legate a riti e credenze autentiche. Niente storielle inventate solo per fare paura. Volevo raccogliere quei racconti che nascono da una tradizione viva: le banshee irlandesi, i fantasmi orientali, le processioni dei morti, il veliero fantasma… Tutte storie che si tramandano da generazioni. Perché uno dei miei "difetti" — se così possiamo chiamarlo — è che non riesco a scrivere solo per intrattenere. Sento il bisogno anche piantare un seme: un’idea, una curiosità, una conoscenza nuova che magari, chissà, germoglierà in futuro.

D. Ecco, parliamo proprio di questo. Lei scrive per ragazzi, ma c’è un forte intento culturale. È così?

R. Assolutamente sì. Il libro è pensato per lettori dai 10-11 anni in su, ma con una doppia chiave: da un lato c’è il piacere della lettura, l’avventura, il brivido… Dall’altro c’è l’aspetto culturale, quasi enciclopedico, nascosto tra le righe: ogni leggenda è anche una mini-lezione di antropologia, storia, mitologia. Come dico sempre, i libri sono meraviglia, e la meraviglia è conoscenza. Se un ragazzo finisce una storia e si mette a cercare "chi era davvero San Dionigi" o "cos’è la Santa Compaña", ho vinto io.



D. In questo progetto si respira anche un forte spirito di viaggio. È voluto?

R. Sì. Per me il mondo è un grande enigma da scoprire. Ogni popolo ha creato le sue storie per spiegare ciò che non conosceva: la morte, il male, il dolore… Ma anche per parlare della speranza, del cambiamento, della rinascita. Leggende del Mistero è, a modo suo, una mappa alternativa del mondo. E infatti il libro fa parte della collana Grandi Leggende del Mondo, che sarà un viaggio in più tappe.

D. A proposito: ci può dire qualcosa di più su questa collana? Dove ci porterà?

R. Finora abbiamo Leggende di Roma e Leggende del Mistero. A brevissimo uscirà Leggende d’Inverno, che raccoglie racconti legati a Natale, alla Befana, al solstizio e ad altri riti invernali da tutto il mondo. Ma è solo l’inizio! L’idea è costruire una vera e propria geografia della leggenda, volume dopo volume: leggende d’Africa, d’Asia, delle Americhe… E chissà, magari anche temi più specifici come "leggende d’amore", "di mare", "di primavera". È un progetto autopubblicato, lo sottolineo con orgoglio, perché è tutto fatto con passione e visione. E spero che cresca insieme ai lettori.

D. E dietro tutto questo lavoro, chi è Eva Santini?

R. Una scrittrice curiosa, testarda, con troppi libri nella testa e troppa sete di scoperta. Il mio motto è: "Eva Santini, Dove ogni pagina è una scoperta!" — e lo sento davvero mio. Scrivo per far viaggiare, per far venire voglia di leggere, ma anche per accendere quella scintilla che dice: "voglio saperne di più". Se ci riesco, anche solo con un lettore, per me è già una magia.



D. Ultima domanda: se dovesse riassumere Leggende del Mistero in una frase?

R. Direi: non è un libro per spaventarsi, è un libro per avventurarsi. Nei racconti del mondo, nelle paure degli altri, nei miti che resistono da secoli. La paura è solo un altro modo per conoscere — e io spero che questo libro lo faccia sentire. Magari potrebbe essere un regalo gradito per quei ragazzi curiosi che amano leggere, scoprire, farsi domande.

Leggere Leggende del Mistero non è semplicemente una scampagnata tra fantasmi e streghe: è un invito a guardare le paure con occhi nuovi, a scoprire che ogni leggenda parla di noi, dei nostri sogni, dei nostri dubbi, dei nostri passaggi più delicati.

Eva Santini riesce in qualcosa di raro: prende storie antiche e le trasforma in finestre spalancate sul mondo.

Il brivido c'è, certo — ma non è fine a sé stesso. È un modo per conoscere.

E se, come dice lei, "ogni pagina è una scoperta", allora non vediamo l’ora di girare la prossima.

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