La Giornata Internazionale per l'Accesso Universale all’Informazione di domenica 28 settembre 2025


EMANUELE CARLO OSTUNI
- Una signora cerca di sapere perché l’acqua del suo quartiere è torbida da giorni. Un insegnante vuole leggere il piano triennale della sua scuola. Un giovane chiede di visionare il bando con cui il Comune ha affidato la gestione del centro sportivo.

Sembra poco, eppure dietro queste domande si gioca uno dei diritti più importanti e spesso dimenticati della cittadinanza, il DIRITTO all’informazione PUBBLICA.

Ieri 28 Settembre, il mondo ha celebrato la Giornata Internazionale per l'Accesso Universale all’Informazione. Istituita ufficialmente dall’UNESCO nel 2015. È una ricorrenza che tocca il cuore della vita democratica, perché pone al centro una domanda semplice. Quanto DAVVERO possiamo sapere di ciò che fanno le istituzioni che ci governano...?...In un tempo segnato da CRISI sanitarie, emergenze climatiche e instabilità politica, la fiducia tra cittadini e istituzioni è spesso logorata.

Una delle cause principali...?...La mancanza di trasparenza. Quando le informazioni sono difficili da ottenere, confuse o incomplete, cresce il sospetto, quando invece i dati pubblici sono accessibili, aggiornati e comprensibili, cresce la fiducia. La trasparenza, in altre parole, non è solo un DOVERE dello Stato, è anche un investimento nella democrazia.

Nel 2016 il nostro Paese ha introdotto il FOIA (Freedom of Information Act), che garantisce a ogni cittadino il diritto di accedere ai documenti delle pubbliche amministrazioni. Una svolta importante, sulla carta ma nella pratica sono ancora troppi gli ostacoli: risposte negate, tempi lunghi, silenzi strategici.

La classifica 2025 di Reporters Without Borders colloca l’Italia al 49° posto mondiale per la libertà di stampa, in discesa rispetto all’anno precedente. Un dato che preoccupa, soprattutto se si considera che la libertà dei media è strettamente legata alla possibilità di accedere alle fonti ufficiali, senza PRESSIONI né censure e questo non solo per i giornalisti.

Troppo spesso si pensa che l’accesso all’informazione sia una questione da addetti ai lavori invece è esattamente il contrario. Ogni cittadino ha il diritto di sapere, e questo diritto è tanto più vitale quanto più è diffuso. Chiunque ha il diritto di chiedere conto alle istituzioni, conoscere le scelte amministrative, ottenere spiegazioni.

Una scuola che pubblica i propri bilanci, un comune che rende disponibili i verbali delle delibere, un’azienda sanitaria che comunica i dati sulle liste d’attesa: questi non sono gesti di cortesia, ma atti DOVUTI.

La Giornata del 28 Settembre non è una celebrazione simbolica, è un richiamo forte e concreto alla responsabilità pubblica, alla vigilanza civica e alla centralità dell’informazione come bene comune.

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