"Ottanta anni fa, il 6 agosto del 1945 gli Stati Uniti lanciarono una bomba atomica che rase al suolo la città giapponese di Hiroshima, uccidendo 140mila persone. Di lì a poco, il 9 agosto, anche la città di Nagasaki sarebbe stata colpita da un’altra bomba atomica, provocando quasi 80mila morti. Abbiamo chiesto questa occasione di ricordo non soltanto perché quell’orrore non deve essere dimenticato, ma perché il pericolo di una guerra nucleare è tornato più attuale che mai. Oggi si contano 2500 testate nucleari e 9 Paesi che ne detengono la proprietà. Oggi, il loro uso metterebbe a rischio l’intera umanità e lo stesso nostro pianeta. Pochi giorni fa, rispondendo alle parole di Medvedev che evocava la possibilità di un confronto bellico tra Russia e Stati Uniti, il Presidente Trump comunicava che due sottomarini nucleari erano stati inviati vicino alle coste russe. E lo scorso anno, un ministro del governo Netanyahu, Amichai Eliyahu, sosteneva pubblicamente che era necessario sganciare una bomba nucleare su Gaza. In questo contesto di tensioni, preoccupa che il Trattato di Non Proliferazione sia in una situazione di stallo. L’ultima «Conferenza di riesame» si è conclusa il 26 agosto del 2022 senza l’adozione di un documento finale condiviso. Ricordare Hiroshima a distanza di ottant’anni significa anche lanciare un monito sul presente e sul futuro del nostro pianeta. Un monito che dice: basta armi nucleari. Su questo abbiamo depositato il testo di una Risoluzione in Commissione Esteri, che invito tutte le colleghe e i colleghi a sottoscrivere e sostenere. Chiediamo al governo e a tutta l’Aula, a ottant’anni da Hiroshima e Nagasaki, di assumere impegni concreti affinché quell’orrore non abbia più a ripetersi e affinché il mondo si lasci alle spalle il pericolo dell’annientamento del nostro pianeta e di chi lo abita".
Così Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, durante il suo intervento in Aula.
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