“Un amico invisibile” è il nuovo libro autobiografico di Gina Scanzani edito da Bertoni Editore. Il testo fin da subito esplica la sua motivazione principale: dare voce a chi soffre, infondere speranza in chi non la possiede più e celebrare la bellezza della vita, nonostante tutto. Un romanzo positivo, quello di Gina Scanzani, che oltre ogni pronostico, non si limita ad un decalogo delle sventure, quanto piuttosto racconta il processo che investe chi si scopre da un giorno all’altro affetto da una tale patologia. Sgomento, paura, depressione, rabbia e infine accettazione e lotta.
Questi gli stati d’animo di chi si trova a combattere proprio come l’autrice con una malattia improvvisa. La Scanzani, attraverso una scrittura semplice, chiara e vera, permette al lettore di entrare in contatto con i suoi molteplici stati d’animo e le mille sfaccettature che la contraddistinguono.
Com'è nata l'idea del libro?
L'idea di questo libro è nata da una profonda necessità personale. Mi sono resa conto che, come persona disabile e senza particolari privilegi, ho dovuto affrontare una serie di circostanze e ostacoli che sono comuni a molti, ma spesso ignorati dalla nostra società. Ho sentito il bisogno di dare voce a questa realtà, di raccontare quei fatti che hanno segnato profondamente la mia vita.
Il libro non è solo un resoconto delle difficoltà, ma vuole essere soprattutto un messaggio di speranza. La scrittura è stata per me lo strumento che mi ha permesso di esplorare le potenzialità inesplorate della mente umana: la capacità di ribellarsi alle avversità, di trovare la forza interiore per rialzarsi e di ricostruire la propria esistenza.
In sintesi, il libro è nato per testimoniare che, nonostante tutto, è possibile trovare la propria voce e la propria strada. La scrittura ha avuto un ruolo fondamentale in questo percorso, trasformandosi da un atto solitario in un potente mezzo di riscatto."
Si è messa 'a nudo' raccontando le mille sfaccettature del suo carattere?
Sì, mi sono messa completamente a nudo, ed era un atto che sentivo necessario e onesto. Spesso, guardando una persona, non si percepiscono le immense difficoltà e le battaglie interiori che ha affrontato. Per questo, ho voluto raccontare le mie mille sfaccettature: per mostrare il percorso, non solo il risultato.
Comunicare in che modo sono riuscita, con le mie sole forze, a ritagliarmi un ruolo e un'identità, è per me il primo e più potente baluardo per combattere gli stereotipi a cui la società ci ha abituati. È la prova vivente che la resilienza e l'autenticità possono davvero sconfiggere i pregiudizi."
Un libro che invita a non arrendersi e a godersi la vita. E' un messaggio di speranza a chi l'ha persa?
Sì, in assoluto. Il mio libro è un messaggio di speranza per chi l'ha persa o sta lottando per non perderla. È un incitamento al coraggio, che io considero un elemento fondamentale della speranza stessa.
Ma il suo messaggio va oltre, è valido per tutti. Non è necessario trovarsi di fronte al tunnel più buio della vita, come può essere la malattia o la disperazione, per scoprire la luce che abbiamo dentro di noi. Il mio libro vuole proprio invitare a riscoprire quella luce prima che sia troppo tardi, a non arrendersi mai e a godersi appieno la vita in ogni suo momento.
Cosa vuole che arrivasse di lei ai lettori?
Ai miei lettori spero arrivi, prima di tutto, un messaggio di universalità della persona. Credo fermamente che le nostre storie, per quanto uniche, siano in realtà legate da un filo comune. Spero che la mia esperienza possa essere una dimostrazione di come, al di là delle differenze, siamo tutti uniti da una comune umanità.
Il secondo messaggio fondamentale che vorrei trasmettere è l'importanza dell'ascolto, del rispetto e dell'empatia. Spesso, la società ci spinge a giudicare rapidamente o a etichettare le persone. Spero che, leggendo la mia storia, i lettori riflettano sull'importanza di fermarsi, ascoltare davvero l'altro e comprendere la sua prospettiva, prima di formulare un giudizio o, peggio ancora, di compromettere la sua dignità.
In sintesi, spero che il mio libro sia un invito a guardare oltre le apparenze e a connettersi con gli altri a un livello più profondo, riconoscendo e valorizzando la persona che c'è dietro ogni storia.