La nuova raccolta di saggi del filosofo Sottocornola aiuta a leggere il presente da una prospettiva non convenzionale: un atlante critico del presente, per chi rifiuta il pensiero dominante
ROMA - È uscita per i tipi di "Gammarò Edizioni" l’ultima fatica di Claudio Sottocornola, dal titolo "A bordo. Cronache di navigazione a vista", una raccolta di brevi saggi sull’attualità, osservata però con l’occhio straniante e critico del filosofo non allineato, piuttosto che del cronista mainstream.
Caratterizzato da una forte attenzione alla categoria di interpretazione, Sottocornola ha sempre indagato il mondo contemporaneo anche attraverso musica, poesia e immagini, rivolgendosi a un pubblico trasversale, interessato a tre aree tematiche prevalenti: l’autobiografia intellettuale, la popular culture contemporanea, l’attuale crisi del sacro in Occidente.
Questo volume testimonia poi, in particolare, l’evoluzione della sua ricerca sui temi della domanda di senso, del declino della civiltà occidentale, delle dinamiche della vita interiore e della critica alla banalità delle antropologie prevalenti nel tardo-capitalismo contemporaneo, che coinvolgono ideologie e posizioni politiche un tempo alternative e ormai assimilate.
Politica, religione, gender e mass media sotto la lente del filosofo
Quest’opera un po’ anomala si spinge infatti nei territori della più stretta attualità, con riflessioni inanellate dal 2022 al 2024 e pubblicate in contesti diversi, ma anche inedite, a riflettere su politica e burocrazia, religione e mass media, gender e società, musica e bellezza, guerra e pace, in una miscellanea dove la biografia intercetta non di rado la Storia, cercando di sfatare luoghi comuni, cliché prevalenti, sovrastrutture cariche di pregiudizi.
E non a caso, l’autore annota nella Introduzione al volume: "D’altra parte chi scrive, ormai anagraficamente più che ‘maturo’ e istruito da una lunga pratica di vita, nemmeno si ascrive al consesso dei vili o ignavi, quanti cioè dicono semplicemente ciò che si deve dire per non turbare l’ordine delle coscienze bene ammaestrate… E l’esigenza della giustizia, nel senso più profondo… mi spinge da sempre a esplorare anche quei territori di confine ove la dottrina latita, l’ideologia tenta di piantare la sua bandierina e le masse si limitano a tifare calcisticamente la propria squadra ignorando i liberi battitori, e qualche volta fraintendendoli platealmente".
Contaminazioni e pensiero critico: né conformismo né militanza
Così, anche se dietro ci sono Sartre, Marcuse e post ’68, qui non si teme di empatizzare con le ragioni della Destra, perché "per questo i tempi sono maturi, e cioè un arcobaleno delle posizioni, piuttosto che una patologica e miope monocromia", come vorrebbero i retaggi di un approccio ideologico.
E nemmeno si dissimula – pur nel riferimento a un paradigma spirituale di ispirazione cristiana – la propria perplessità per gli approcci massmediatici e pragmatici dell’istituzione ecclesiastica, rispetto alle priorità della ricerca interiore.
Non manca poi la denuncia delle scempiaggini di una burocrazia elefantiaca o del declino di periferie male amministrate, mentre centrale è il tentativo di smascherare l’inganno di un antifascismo che teme il ritorno del ’900 e ignora gli immani pericoli tecnocratico-digitali del nuovo millennio.
Un viaggio attraverso le contraddizioni del tardo capitalismo
La polemica col tardo capitalismo economico-finanziario attraversa poi tutta la navigazione, e derubricare il materialismo storico-dialettico a mythos fondativo permette di integrarne la pars destruens nel programma di bordo, la cui bussola rimane tuttavia, in aperto contrasto con l’approccio woke dominante, l’attraversamento della propria cultura e tradizione – arte, spiritualità, pensiero –, in un costante dialogo con la contemporaneità, nel tentativo di salvare residui di speranza e resilienza.
Le appendici e l’orizzonte interiore della resilienza
Le appendici, che raccolgono tre conversazioni relative a presentazioni recenti dell’autore, ribadiscono poi le ragioni di tale resilienza, che si fonda sulla riscoperta dell’interiorità e dei suoi linguaggi – arte, religione, filosofia –, perché: "Quando il pensiero si immerge nell’attualità rischia di perdersi, a meno che non abbia radici nel cielo del mythos, ove si nutre di bellezza e di speranza".
La visione sul futuro: tra distopia e possibilità di rinascita
Perché, sulla scia di Severino, l’autore teme che a prevalere sarà alla fine una tecnocrazia digitale che renderà tutti un po’ schiavi, replicanti, robot, risucchiando l’umanità entro una spirale o cloud amministrativa, alla fine implodente per una tristezza congenita che la farà collassare, liberando gli uomini di quel lontano futuro per una nuova epoca storica, in cui si riproporrà la domanda di senso e, con essa, una qualche speranza di salvezza.
Un atlante critico del presente, per chi rifiuta il pensiero dominante
Dalla puerilizzazione delle masse nel tardo capitalismo ai pericoli della tecnocrazia digitale incombente, dall’epocale crisi della Chiesa cattolica al rinascere di integralismi trasversali alle diverse religioni planetarie, dalla guerra in Ucraina come specchio di nuove e devastanti logiche geopolitiche alle nuove letture della sessualità connesse agli studi di genere, sino alla bellezza della musica e alle ragioni dell’arte e della poesia, Sottocornola ci offre in questa silloge uno spaccato del contemporaneo, analizzato da una posizione eccentrica, non convenzionale, e tuttavia quantomai in sintonia col sentiment di quanti non si adeguano al mainstream corrente e alle sue derive consumistico-nichilistiche, ma si impegnano, come voleva De André, "in direzione ostinata e contraria".
Il Titanic come metafora dell’Occidente in declino
La prospettiva del nostro Occidente è tuttavia per Sottocornola quella evocata dal naufragio del Titanic, il grande transatlantico inabissatosi nel lontano 15 aprile 1912 al largo dell'isola di Terranova.
Anche se l’immagine cinematografica di Jack e Rose (Leonardo DiCaprio e Kate Winslet) che si stagliano sulla prua della nave a dominare l’oceano, nel film del 1997 di James Cameron, costituisce per lui: "Una istantanea di ebbrezza atemporale che, in quanto tale, ben rappresenta il nostro desiderio di durare comunque al di là di questo spazio-tempo, e di questo naufragio, nel meglio di quanto lasceremo all’archeologia del futuro, ma soprattutto alla vita".
Informazioni sul libro:
Claudio Sottocornola, A bordo. Cronache di navigazione a vista
(Gammarò Edizioni, 2025, pp. 336)
YouTube: CLDclaudeproductions