SHEILA MAZZILLI - Oggi, le persone sono legate non più ai valori della vita (fede, amore per la famiglia, amicizia, gratitudine, felicità per i successi altrui, amore vero) ma ad altri aspetti meno importanti quali ad esempio il possesso di oggetti materiali, giudizi negativi, e scarso interesse nel vivere la propria vita con gioia vera e sorriso sulle labbra per un nuovo giorno che inizia.
I valori della vita per molte persone non sono più gli affetti personali e i veri sentimenti, spesso non si riesce più a guardarsi negli occhi e dirsi "ti voglio bene" perché troppo presi da altro. Lo scorrere del tempo ci aiuta a riflettere che la vita va vissuta ogni singolo istante e che apprezzare le persone che sono accanto a noi è ormai azione di pochi. Ho sentito di voler fortemente condividere questa lettera non solo per sottolineare il legame tra nonni e nipoti ma anche per far capire che un legame vero di una persona va al di là della sua singola professione e che può diventare un legame stretto quasi ad assumere le sembianze del legame nipote-nonno. Perciò sono grata di lasciarvi qui una mia testimonianza (segno di una rinascita personale) che riprende i valori veri della vita affinché nessuno si senta abbandonato ma venga illuminato dalla fede e conservi nel suo cuore non più oggetti materiali. La vera rinascita sta nel guardare la vita con occhi nuovi. Occhi del cuore e della speranza di un mondo più unito e ricco di sentimenti. Il vero cambiamento parte da noi. Buona lettura
Caro don Enzo,
grazie per avermi ricevuta. Era da tempo che sentivo un forte bisogno di parlarle ma non riuscivo mai a trovare il coraggio di farlo davvero. C’è una testimonianza personale che sento di voler condividere, legata alla mia famiglia, alla mia fede e a un momento molto speciale vissuto dopo la perdita dei miei cari nonni. Dopo la loro scomparsa, in particolare sette anni fa mio nonno e cinque anni fa mia nonna, ho vissuto un’ esperienza particolare. Era giugno 2025, mi trovavo in un bar (luogo scelto per un cortometraggio), e lì ho percepito la presenza di una donna che mi sorrideva. Era seduta in mezzo a tante altre donne. Quel sorriso mi ha trasmesso una grande pace, come se fossi catapultata in qualcosa che sognavo di vivere da tempo.
Da quel momento ho cominciato a sentire una rinascita dentro e fuori di me. Questo momento mi ha spinto a riflettere più profondamente sul significato della vita e della morte, e sulla presenza di Dio nei piccoli segni. Ho sentito il bisogno di ascoltare il cuore e di vivere la vita con più consapevolezza.
Vorrei capire se questa esperienza possa essere anche una testimonianza utile da portare alla comunità, magari attraverso un momento di riflessione, o con l’aiuto della Chiesa.
E anche se possa avere un valore in ciò che faccio come professione.
Mi domando se, secondo lei, posso considerare questa esperienza come una vera testimonianza spirituale e se può aiutarmi a trovare il modo giusto per poterla condividere.
Nonna, ti ho vista tra le altre donne: eri tra persone semplici come no. E’ anche grazie a te se ho trovato il coraggio di salire sull’altare. Ho visto rose rosa (simbolo di gratitudine)dietro al feretro, passare davanti ai miei occhi mentre ero fuori dalla cattedrale.
Nonno, per me sarai sempre un uomo d’onore, ti ho sentito: eri tra la luce e il silenzio come l’alba e il vento.
Da quando uso i prodotti di un’azienda alimentare che si occupa di salute e benessere, ho riscoperto un benessere profondo che va oltre l’aspetto fisico. Non solo mi sento più energica e in forma, ma riesco anche a stare bene dentro, a sentire e comprendere ciò che gli altri spesso non vedono o non percepiscono. Questo mi ha aiutata ad essere più presente e autentica nelle mie relazioni, a comunicare con il cuore e a condividere la mia esperienza con sincerità. Questi prodotti non sono solo un aiuto per il corpo ma una porta verso un equilibrio più completo, che mi fa sentire rinata ogni giorno. Un giorno, mentre studiavo ho sentito improvvisamente cambiare il ritmo di una musica. Per anni sono stata male per non essere salita su quell’altare quando morì mio nonno, mentre per mia nonna ci sono riuscita. Tutto questo non mi faceva vivere in pace la mia vita.
Ma un giorno, un incontro casuale dal porto di Trani ha cambiato il mio modo di vivere. E di vedere le cose e le persone a me vicine.
Mentre parlava, mi sono accorta che quella persona aveva un vissuto molto simile al mio. Diceva che prima aveva un’attività ma purtroppo era stato costretto a chiuderla per le troppe spese. Ma ciò che mi ha colpito più di tutto, mentre raccontava, è stato… il modo in cui cercava di confortarmi parlandomi di solitudine.
Mentre parlavo, mi sono accorta che era molto sincero e limpido sugli argomenti. Gli chiesi il suo nome e mi confermò di essere lui,“Paolo”, muovendo il capo.
Di lui mi colpì soprattutto la sua espressione mentre parlava e il suo desiderio di restare con me, mentre tutti gli altri se ne erano andati via.
Disse che era alla ricerca di una ragazza, come molti giovani di oggi. Caro padre, credo che sia uno dei tanti problemi che portano i giovani a morire dentro. Ma allo stesso tempo, il suo sguardo mi ha insegnato a non perdere la speranza, e che l’amore arriva quando meno te lo aspetti. Da te, nonno, ho imparato a vivere con passione la mia vita.
Durante la messa celebrata per onorare la scomparsa del dottor Avantario, sono andata a prendere l’Eucarestia. Mentre tornavo al mio posto, ho sentito delle voci che sussurravano: "è lei, è lei, è lei…", mentre le persone rimanevano sedute al loro banco senza muovere le labbra.
Quando la messa è terminata, sono corsa giù nella cattedrale per raggiungere il feretro e ho visto i fiori rosa (che simboleggiano la gratitudine). Erano talmente belli che sorridevo nel guardarli, e in quel momento ho cercato di consolare il figlio del dottore, mio caro amico, con un sorriso.
Fu allora che intravidi il dottore nelle vesti di mio nonno, per l’ultima volta, rivivendo quel desiderio (e quella mancanza di coraggio) che per anni avevo perso: salire sull’altare. Ed era tutto quasi come in una favola.
Non avrei mai immaginato di trovarmi in quella situazione, in quel preciso momento. Ma una cosa era certa: il vento era così forte che non aveva alcuna direzione.
Mi sono chiesta più volte il motivo di tutto ciò, di quel vento impetuoso, ma da quel momento mi sono sentita protetta, e non sola. E sentivo dentro me che niente mi avrebbe fatto più paura. Ho riscoperto la forza che avevo accumulato dentro me.
Ora mi sento un’anima. Mi sento come un pezzo mancante…o una parte di un film.
Quella luce che ho attraversato entrando nella cattedrale non era una semplice luce del sole, ma un bagliore diverso, unico… qualcosa che non avevo mai visto prima di allora.
La cosa più bella è stata pensare a te in quelle vesti…
Nel sentire quel vento, mi ero sentita quasi smarrita, e questo solo un uomo sa che cos’è e allungò i suoi rami per toccarla.
Sheila Mazzilli
Tags
Attualità