Uomini e donne vittime in egual numero, ma con dinamiche opposte: ecco i profili di Femminicidio e Maschicidio.
ROMA – Nei primi sei mesi del 2025, l'Italia ha assistito a una vera e propria strage silenziosa: 95 persone sono state uccise in un contesto familiare o relazionale. A rivelarlo è il nuovo report dell'Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF), promosso dall'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC). Il dato più sorprendente è la ripartizione quasi speculare delle vittime per genere: 48 uomini (51%) e 47 donne (49%).
Tuttavia, dietro l'apparente parità numerica si celano due fenomeni completamente distinti, con dinamiche e profili di rischio opposti: il femminicidio e il maschicidio.
Il Femminicidio: una violenza che nasce nella relazione L'analisi mostra come le donne continuino a morire prevalentemente per mano di chi diceva di amarle. Il 66% delle vittime donne è stato ucciso dal partner (55%) o dall'ex partner (11%). Il profilo prevalente è quello di una donna tra i 36 e i 53 anni, uccisa spesso con un'arma da taglio. Questi dati confermano la natura del femminicidio come l'atto finale di una violenza di possesso e controllo all'interno della coppia.
Il Maschicidio: morire per un conflitto sociale Per gli uomini, il quadro è radicalmente diverso. La minaccia non proviene dalla partner (responsabile solo del 13% dei casi), ma dalla cerchia sociale. Ben il 60% delle vittime maschili è stato ucciso da conoscenti, a cui si aggiunge un 27% di omicidi commessi da altri parenti. Il maschicidio emerge quindi come un delitto che matura all'interno di liti, dissidi e conflitti interpersonali.
"I nostri dati confermano ancora una volta che il femminicidio non è un omicidio qualunque. È l'esito di una dinamica relazionale patologica, dove il legame affettivo diventa una trappola mortale. La nuova legge sul femminicidio è un passo fondamentale, perché riconosce questa specificità. Ben 31 delle 47 donne uccise nel semestre rientrerebbero in questa nuova fattispecie" ha dichiarato la Dott.ssa Tiziana Calzone, psicologa e psicoterapeuta AIPC.
"Parallelamente, non possiamo ignorare il maschicidio. Uccidere un uomo per una lite o un debito non è meno grave. Questo fenomeno richiede strategie di prevenzione diverse, focalizzate sulla gestione dei conflitti e sulla sicurezza sociale. Con i nostri protocolli scientifici, come l'A.S.V.S., interveniamo sulla disregolazione emotiva e sull'analisi del rischio per prevenire che l'aggressività, in uomini e donne, degeneri in violenza contro sé stessi o gli altri" ha dichiarato il Dott. Massimo Lattanzi, psicologo e psicoterapeuta AIPC.
Nota Metodologica: Si precisa che i dati presentati nel report sono il risultato di un'analisi e di un monitoraggio di fonti aperte (testate giornalistiche) e non provengono da fonti istituzionali. L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia (AIPC), con il suo Osservatorio Nazionale Omicidi Familiari (ONOF) e il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR), è un'organizzazione che dal 2001 si occupa dello studio, della prevenzione e del trattamento della violenza in tutte le sue forme, offrendo supporto a vittime, autori e familiari.