Manifestazione per il 'Cessate il fuoco a Gaza', Manfredonia (Acli): 'La pace è di tutti o non è di nessuno! Una piazza unita contro le guerre per un'Europa protagonista'


"Grazie ai partiti per questo invito, per questa piazza, grazie di aver voluto una manifestazione per urlare la pace con tutta la sua urgenza. Sosteniamo tutti i punti dell’Ordine del giorno da voi presentato alla Camera. Grazie, soprattutto perché lo state facendo insieme. Le persone, le comunità vi vogliono vedere insieme sui temi fondamentali per risvegliare una coscienza politica, per contrastare populismi e sovranismi che ci vogliono sempre più chiusi alimentando l’egoismo". Così il Presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, durante il suo intervento dal palco della grande manifestazione di Roma per il cessate il fuoco a Gaza.

"Abbiamo bisogno di una politica radicale in particolare sulla pace, che ci chiami anche in piazza come oggi per squarciare il muro di indifferenza che ci vede attoniti e colpevoli delle morti a Gaza. Lo so che per opportunità politica dovrei condannare il 7 Ottobre e lo facciamo sempre! Ma non può esserci più equidistanza da questa invasione premeditata e feroce. Siamo davanti ad uno sterminio compiuto dallo Stato di Israele, non condanniamo gli Ebrei, ma il suo governo ipocrita che offende il concetto stesso di democrazia. Voglio denunciare tutti gli estremismi religiosi che offendono Dio, dobbiamo gridarlo che in nessuna religione è consentito uccidere il fratello! Mai. Vogliamo la pace ma non siamo ingenui, chi vi parla non è ingenuo. Io, i miei compagni di viaggio non siamo degli illusi. Siamo stati in Israele con la Chiesa Italiana a riconoscere il volto sfigurato di Gerusalemme, la mancanza di lavoro, di libertà individuali calpestate, l’assenza di acqua, la sistematica violazione della proprietà privata, la deliberata uccisione delle speranze dei giovani. Siamo stati alle porte di Rafah disarmati davanti a tanta violenza contro un popolo inerme messo letteralmente alla fame. Siamo andati in Ucraina per non lasciare solo un popolo fieramente Europeo. Così come da trent’anni stiamo ricostruendo faticosamente le ragioni di convivenza in Bosnia Erzegovina. Non siamo ingenui, siamo realisti, la pace è l’unica strada possibile. La Pace è disarmata e deve disarmare i cuori, le coscienze e le parole per questo serve coraggio, come quello di scendere in piazza di continuare ad indignarsi per ogni sopruso, ogni uccisione, ogni bambino rimasto orfano. Noi vogliamo la pace e questa al pari delle guerre deve essere voluta e sostenuta dai paesi, deve essere imposta, governata da organismi internazionali che oggi sono derisi, umiliati come la corte penale internazionale, l’ONU, unwra! La pace deve essere perseverante, essa è paziente ricerca di verità, è onorare la memoria, cercare sempre giustizia, è aprire speranze comuni. Soprattutto riconoscere l’altro nella promessa che porta in sé, nella sua piena dignità. Non è impossibile una Pace così perché è ciò che è avvenuto in Europa ottant’anni fa. La stessa Europa che deve prendere un’iniziativa diplomatica forte, - ha concluso Manfredonia - per riaffermare la dignità di ogni cultura, l’inviolabilità dei confini di ogni popolo, la sacralità dei diritti di ognuno. E non c’è diritto, non c’è bene più prezioso ed indivisibile della pace. La pace è di tutti o di nessuno!!".

Posta un commento

Nuova Vecchia