Al via l'esposizione a Milano by Farsettiarte, grandi artisti in mostra


MILANO
- Per l’Asta 263 di Arte Contemporanea, I Sessione, grandi nomi e grandi capolavori: dal Senza Titolo di Tancredi, tecnica mista su faesite, a Contrappunto X di Fausto Melotti, scultura in ottone del 1973 (1985); da Torony-N, acrilico su tavola del 1970, di Victor Vasarely a T1969-H23, uno storico vinilico su tela del 1969 di Hans Hartung; e ancora la rara Foglia del 1986 di Luciano Fabro, Senza titolo, smalto e collage su tela del 1979 di Mario Schifano, e la preziosa ErmEstetica Borghese, scultura in ceramica policroma e oro zecchino di Luigi Ontani del 2002.

Tancredi, protagonista dell’Informale, è presente con una rara opera di grandi dimensioni e di qualità museale, appartenuta alla prestigiosa Galleria Schettini. Nel dipinto sono presenti le tipiche sovrapposizioni del colore spatolato sulla superficie e la tipica gamma cromatica essenziale adoperata da Tancredi, giocata sull’accostamento di neri, bianchi e rossi, che imprimono al dipinto una spazialità illusoria e scomposta, con la concentrazione di linee al centro che trasformano la composizione in una sorta di vortice. L’artista riesce così a sintetizzare la forza dell’Action Painting scoperto grazie al legame con Peggy Guggenheim e un vigile senso della struttura e del dinamismo della composizione.

Di dimensioni e qualità altrettanto notevoli è l’erma in ceramica di Luigi Ontani, che si appropria della struttura classica delle erme greche e romane per creare una figura dall’intenso cromatismo e impreziosita dall’oro, che rappresenta non una divinità, ma una figura che allude alla sensuale Paolina Borghese, già mirabilmente ritratta da Antonio Canova, che assurge quindi, nella trasfigurazione dell’artista, allo status di dea. Le erme di Ontani sono opere ermestetiche, come le definisce lo stesso Ontani, esaltandone la fattura perfetta, data dalla collaborazione con la prestigiosa Bottega Gatti di Faenza, che racchiude al suo interno molteplici significati, riferimenti colti e motivi misterici, in linea con la sua complessa e fantastica poetica.

Altrettanto eccezionali le Opere dell’Asta 263 di Arte Moderna, II Sessione: Sedia azzurra e rape (Rape e brocca), olio su cartone del 1927 di Felice Casorati, protagonista in questo periodo di una grande retrospettiva a Palazzo Reale di Milano; Natura morta con germano, olio su tela del 1942 di Gino Severini, Il Teatro dei Piccoli. Balli Plastici, importante tempera su tela (1917-18) di Fortunato Depero, già nella collezione del musicista Alfredo Casella, L’Attesa, olio su tela del 1926 di Carlo Carrà, Suite friulana n. 5 del 1963 di Giuseppe Santomaso, Apparition d’espaces, olio su tela del 1948 di Alberto Magnelli, Paesaggio, olio su tela del 1940-41 di Giorgio Morandi, Lotta di guerrieri antichi, tempera su carta inizio anni Trenta di Giorgio de Chirico, Aschen-Urne (Urn for Ashes) e Häuser-Enge (Clustered Houses), due acquerelli su carta del 1939 di Paul Klee.

Paesaggio di Giorgio Morandi e Lotta di guerrieri antichi di Giorgio de Chirico sono appartenuti alla collezione privata di Ardengo Soffici, e testimoniano quanto lo stesso Soffici sia stato importante come figura di raccordo tra artisti, letterati e intellettuali del Novecento italiano e internazionale. Ardengo Soffici (1879-1964), pittore e letterato, strinse innumerevoli contatti con i grandi protagonisti del suo tempo e con i più audaci movimenti letterari e artistici d’inizio Novecento, tanto che attraverso la sua opera si può conoscere un intero spaccato dell’arte europea del XX secolo. Conobbe Picasso, Max Jacob, Jean Moréas, Apollinaire, Juan Gris, Braque; la sua arte risentì della conoscenza delle opere Impressioniste e di Maurice Denis, Odilon Redon, Degas, Toulouse-Lautrec, e specialmente di Cézanne.

La tempera di Giorgio de Chirico appartiene alla celebre serie dei Gladiatori, raffinatissime opere che raffigurano immaginifici combattimenti tra soldati antichi, ideati per la decorazione dell’appartamento del celebre mercante parigino Léonce Rosenberg. Ispirati ai combattimenti dei bassorilievi nei sarcofagi romani, questi guerrieri sembrano, più che combattere, inscenare una battaglia, come fossero personaggi scaturiti dalla visione sognante che l’artista aveva del mondo classico.

Il Paesaggio di Giorgio Morandi, 1940-41, rappresenta la campagna di Grizzana, il paese dell’Appennino emiliano dove il pittore soggiornerà a lungo durante i mesi estivi. Definito con una pennellata magra, mossa e rapida, tutto è scandito attraverso le masse delle luci e dei colori, giocati sulle modulazioni degli ocra del terreno e dal verde dei campi e delle chiome degli alberi.

Protagonista indiscusso del catalogo è L’attesa di Carlo Carrà. Iconica e fondamentale nella storia della sua pittura, fu esposta per la prima volta nel 1930 presso la Galleria Bardi, nella mostra Carrà e Soffici. Il dipinto è stato considerato dalla critica come "una sorta di riepilogo della poetica dell’artista dal tempo di Pino sul mare e una delle opere più importanti dell’artista dopo la sua fase metafisica, un vero e proprio manifesto del Novecento italiano".

L’attesa è dunque una sintesi di tutto il Carrà precedente, secessionista prima, futurista e metafisico poi, ed è un’opera iconicamente così ricca di significati da essere stata successivamente intesa, insieme, come manifesto del Novecento, come "avviso del realismo magico" e dei "Valori Plastici" e come fonte di ispirazione della pittura figurativa del secondo Novecento. Come e forse maggiormente rispetto al Pino sul mare, L’attesa è una sorta di manifesto del ritorno a Giotto che Carrà andava propugnando dal suo scritto Parlata su Giotto, dedicato al critico letterario Giuseppe De Robertis, apparso sulla rivista fiorentina La Voce il 31 marzo 1916, scritto profetico e antecedente di quello che sarebbe stato poi il valore della pittura di Giotto dopo il "rappel à l’ordre" del 1930. Carrà è stato uno dei maggiori pittori del Novecento europeo e "L’attesa" è un dipinto che si pone come uno degli apici della sua opera” commenta Marco Fagioli.

FARSETTIARTE PRESENTA
Asta 263 - I sessione
ARTE CONTEMPORANEA
Prato, Venerdì 30 Maggio 2025, ore 15,30
Esposizione Milano (selezione di opere)
Farsettiarte, Portichetto di via Manzoni (angolo via della Spiga)
15 – 21 Maggio
Orario 10,00-19,00 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione, Mercoledì 21 Maggio, fino alle ore 17,00
Esposizione Prato
Farsettiarte, viale della Repubblica (area Museo Pecci)
24 – 30 Maggio
Orario 10,00-13,00 / 15,00-19,00 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione, Venerdì 30 Maggio, fino alle ore 12,30
Asta 263 - II sessione
ARTE MODERNA
Prato, Sabato 31 Maggio 2025, ore 16,00
Esposizione Milano (selezione di opere)
Farsettiarte, Portichetto di via Manzoni (angolo via della Spiga)
15 – 21 Maggio
Orario 10,00-19,00 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione, Mercoledì 21 Maggio, fino alle ore 17,00
Esposizione Prato
Farsettiarte, viale della Repubblica (area Museo Pecci)
24 – 31 Maggio
Orario 10,00-13,00 / 15,00-19,00 (festivi compresi)
Ultimo giorno di esposizione, Sabato 31 Maggio, fino alle ore 13,00

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