Politica da Giungla: Alcuni politici si credono dei coccodrilli

 


Politica da Giungla: Alcuni politici si credono dei coccodrilli


In un clima politico sempre più aspro e spettacolare, alcune voci di corridoio fanno emergere un fenomeno quasi surreale: alcuni politici sembrano essersi trasformati in veri e propri “coccodrilli”. Tra battute pungenti e metafore accese, non mancano le dichiarazioni che, in tono ironico, richiamano l’immagine di questi rettili temuti, simbolo di spietatezza e forza bruta.

In politica, la metafora animale non è nuova. Lupi, volpi, pecore e leoni sono spesso evocati per descrivere atteggiamenti e strategie dei leader politici.

Il coccodrillo è noto per diverse caratteristiche: un'apparente immobilità che cela una grande capacità d'attacco, una pelle coriacea capace di resistere a tutto, e, soprattutto, la famosa lacrima che versa mentre divora la preda. Non è difficile vedere in questa descrizione un parallelo con il comportamento di certi politici, che mostrano compassione pubblica per i problemi dei cittadini mentre, dietro le quinte, prendono decisioni che ne aggravano la condizione.

Uno degli esempi più lampanti è il modo in cui alcuni governanti affrontano le crisi economiche e sociali. Da una parte, rilasciano dichiarazioni colme di solidarietà verso i più deboli, promettendo aiuti e soluzioni. Dall'altra, attuano politiche che favoriscono solo i grandi gruppi di potere, lasciando le fasce più vulnerabili in balia delle difficoltà.

Secondo alcuni osservatori, l’immagine del coccodrillo si adatta sorprendentemente bene a certi comportamenti politici: artigli affilati, sguardo penetrante e una determinazione che non ammette compromessi. “C’è chi si definisce il ‘coccodrillo’ del Parlamento, pronto a difendere i propri interessi a qualunque costo”, racconta una opinione diffusa, evidenziando come questa retorica, benché caricaturale, rifletta una realtà fatta di strategie aggressive e di un linguaggio a volte tagliente

Un altro tratto tipico di questi "coccodrilli della politica" è la loro capacità di rimanere immobili per lunghi periodi, facendo credere di essere in una fase di ascolto o di riflessione, quando in realtà stanno solo aspettando il momento opportuno per agire in loro favore. Così, mentre il paese attende riforme concrete, loro restano fermi, salvo poi lanciarsi in azioni rapide e decise quando si tratta di tutelare i propri interessi.

La metafora del coccodrillo si applica anche a quei politici che, dopo aver fallito o commesso errori clamorosi, si presentano davanti alle telecamere con occhi lucidi e voce tremante, chiedendo scusa al popolo. Ma queste scuse sono spesso solo strategiche, un tentativo di ripulire l'immagine per poi tornare a comportarsi esattamente come prima.

Le affermazioni che fanno allusioni a una “crocodilizzazione” dei politici non sono certo da prendere alla lettera, ma rappresentano una critica velata al clima di competizione spietata che caratterizza molte istituzioni. I cittadini più attenti e vigili sostengono che, dietro la facciata di ironia e satira, si cela una riflessione più profonda sullo stato della politica attuale, in cui l’eccessiva aggressività e la mancanza di trasparenza lasciano poco spazio al dialogo costruttivo.

L’immagine del coccodrillo, con la sua natura primitiva e potente, diventa così un simbolo controcorrente rispetto ai tradizionali modelli di leadership. Alcuni esponenti, magari consapevoli del proprio linguaggio da “predatori”, hanno abbracciato questa immagine per ribaltare le critiche e per sottolineare un approccio “senza peli sulla lingua”. La retorica, in questo senso, diventa uno strumento per attirare l’attenzione e per differenziarsi in un panorama politico spesso dominato da messaggi standardizzati.

Non mancano, tuttavia, le voci che invitano a non cadere in facili generalizzazioni. “Dietro ogni affermazione esagerata, c’è una realtà complessa che merita analisi approfondite”, commentano alcuni moderati, invitando al dibattito e alla riflessione critica. Se da un lato l’immagine del coccodrillo può risultare divertente e provocatoria, dall’altro essa solleva interrogativi importanti: quali sono i limiti di una retorica che tende a esaltare il conflitto a scapito del confronto civile?

Per evitare di essere ingannati da questi "coccodrilli", l'opinione pubblica deve affinare la propria capacità di analisi e discernimento. Serve un'attenzione critica verso le dichiarazioni e le azioni concrete di chi governa, senza farsi sedurre da parole suadenti o gesti simbolici. Solo così si può sperare in una politica più autentica e meno opportunista.

Dopotutto, nel grande fiume della politica, ciò che conta non sono le lacrime, ma la direzione in cui scorre la corrente.

In un’epoca in cui la comunicazione politica si fa sempre più spettacolare, l’uso di immagini forti e metafore audaci diventa parte integrante della strategia retorica. Che si tratti di un’ironica presa in giro o di una consapevole affermazione di forza, l’immagine del “coccodrillo” resta un simbolo potente, capace di stimolare il dibattito pubblico e di ricordare quanto sottile possa essere il confine tra satira e impegno politico.

 

5 marzo 2025 - Giuliano Martini Ascalone


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