Senza una scuola seria e determinata non esiste più il Paese Italia

 


L’Italia, culla della cultura e della conoscenza per secoli, rischia oggi di vedere il proprio futuro compromesso da un problema che si aggrava di anno in anno: la crisi del sistema scolastico. In un mondo sempre più globalizzato e competitivo, un Paese che non investe seriamente nell’istruzione si condanna a un lento ma inesorabile declino. La scuola italiana, che un tempo era simbolo di eccellenza, oggi fatica a mantenere standard adeguati e a preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro.

Una scuola che arranca

I problemi del sistema scolastico italiano sono molteplici e radicati. Si parte da un’inadeguatezza delle strutture, molte delle quali versano in condizioni precarie, mettendo a rischio la sicurezza di studenti e docenti. A questo si aggiungono la carenza di risorse, sia economiche che umane, e un corpo docente spesso demotivato, mal pagato e poco valorizzato.

Le riforme scolastiche che si sono susseguite negli ultimi decenni, più che risolvere i problemi, sembrano averli aggravati. Mancano visione e continuità: ogni governo propone la propria riforma, spesso in contrasto con quella precedente, generando confusione e instabilità.

L'importanza di una scuola determinata

Un sistema scolastico serio e determinato è la base di una società prospera. Non si tratta solo di insegnare nozioni, ma di formare cittadini consapevoli, capaci di pensare criticamente e di contribuire attivamente al bene comune. La scuola è il luogo dove si coltivano i talenti, si riducono le disuguaglianze sociali e si costruisce il futuro di una nazione.

Per raggiungere questi obiettivi, è necessario che l’istruzione torni a essere una priorità politica. Ciò significa aumentare gli investimenti, non solo in termini economici, ma anche di attenzione e rispetto per il ruolo educativo.

Le sfide da affrontare

Tra le questioni più urgenti, vi è quella della dispersione scolastica. Ogni anno, migliaia di studenti abbandonano gli studi, specialmente nelle regioni del Sud, creando un divario territoriale sempre più difficile da colmare. Serve un piano nazionale per affrontare questo fenomeno, con interventi mirati che coinvolgano scuole, famiglie e comunità locali.

Un altro nodo cruciale è l’aggiornamento del corpo docente. Gli insegnanti devono essere adeguatamente formati e supportati, sia dal punto di vista pedagogico che tecnologico. In un’epoca dominata dal digitale, è impensabile che la scuola resti ancorata a metodi didattici obsoleti.

Un ulteriore problema, spesso sottovalutato, è rappresentato dall’atteggiamento di alcuni genitori. Troppo spesso, invece di collaborare con la scuola, si pongono come ostacolo al sistema educativo. Molti genitori non accettano critiche rivolte ai propri figli, anche quando queste sono costruttive, e antepongono il desiderio di vedere i loro figli ottenere un titolo al valore dell’impegno e della crescita personale. Questo atteggiamento non solo mina l’autorità degli insegnanti, ma impedisce agli studenti di assumersi le proprie responsabilità e di comprendere l’importanza del percorso educativo.

L’urgenza di un cambio di rotta

Se l’Italia vuole davvero tornare a essere un modello culturale e sociale, deve mettere la scuola al centro delle proprie politiche. Questo significa non solo stanziamenti economici, ma anche una visione chiara e condivisa, capace di superare gli interessi di parte e di restituire dignità al sistema educativo.

Il futuro del Paese dipende dalla capacità di formare giovani preparati, responsabili e motivati. Senza una scuola seria e determinata, l’Italia rischia di perdere ciò che l’ha sempre caratterizzata: la sua identità culturale, la sua capacità innovativa e il suo ruolo di guida nel panorama internazionale.

Il tempo per intervenire è ora, prima che sia troppo tardi.

 

17 gennaio 2025 - Giuliano Martini Ascalone


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