L'Impero dei dati: la nuova dittatura Invisibile

 


Nel cuore del XXI secolo, assistiamo all’emergere di una nuova forma di capitalismo che non solo sfrutta le risorse materiali, ma si nutre dell’esperienza umana stessa come materia prima. Questo sistema, noto come "capitalismo della sorveglianza" (Shoshana Zuboff), ha creato un ordine economico parallelo, fondato sull’estrazione, previsione e vendita di dati personali e comportamentali. La logica sottostante a questo modello è intrinsecamente parassitaria: i beni e i servizi diventano secondari rispetto alla costruzione di una rete globale di controllo che mira a plasmare i comportamenti e le scelte delle persone in modo invisibile e spesso non consensuale.

Il capitalismo della sorveglianza (Shoshana Zuboff) rappresenta una mutazione del capitalismo tradizionale, segnando una fase in cui la concentrazione di ricchezza e potere raggiunge livelli mai visti prima nella storia. I giganti della tecnologia, accumulando dati e conoscenze sulle persone, esercitano un’influenza senza precedenti, creando una disparità in cui poche entità aziendali detengono il monopolio sulle informazioni e sulle capacità predittive del comportamento umano.

Questo scenario rappresenta una minaccia paragonabile, per gravità, a quella che il capitalismo industriale ha rappresentato per la natura nei secoli XIX e XX. Oggi, non è più l’ambiente naturale a subire un impatto diretto, ma la "natura umana", intesa come la libertà e l’autonomia individuale. Il capitalismo della sorveglianza sfida direttamente i fondamenti della democrazia e della sovranità popolare, imponendo un nuovo potere strumentalizzante che sfrutta la sicurezza come giustificazione per la raccolta e l’analisi di dati su scala massiccia.

Alla base di questo fenomeno vi è un progetto di espropriazione dei diritti umani fondamentali. La libertà, il diritto alla privacy e la stessa autodeterminazione rischiano di essere assoggettati all’interesse commerciale, costringendo i cittadini a rinunciare alla loro autonomia. Il controllo sociale diventa così uno strumento di dominio, portando i popoli verso una nuova forma di dittatura tecnologica e digitale, con cui poche élite possono manipolare il comportamento collettivo senza il consenso delle persone.

Inoltre. con l’ingresso del digitale istituzionale, le logiche della sorveglianza si infiltrano anche nelle strutture pubbliche, rafforzando il controllo e limitando ulteriormente le libertà individuali.

Alla luce di tutto ciò, è evidente l’urgenza di avviare un dibattito pubblico sul capitalismo della sorveglianza (Shoshana Zuboff) e sulle sue implicazioni etiche e sociali. Serve una regolamentazione incisiva che tuteli i diritti dei cittadini e preservi la libertà umana in un mondo sempre più dipendente dai dati. Questa è una sfida centrale per il XXI secolo, una sfida che determinerà se la tecnologia sarà uno strumento di liberazione o di oppressione.

11 novembre 2024 - Giuliano Martini Ascalone

Posta un commento

Nuova Vecchia