Bari, 'Oasi ci attendono alle soglie del mare': venerdì 5 luglio si inaugura la nuova installazione site specific di Agnese Purgatorio al Museo Archeologico di Santa Scolastica


BARI
- Al Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari venerdì 5 luglio alle 18:30 si inaugura la nuova installazione site specific di Agnese Purgatorio dal titolo "Oasi ci attendono alle soglie del mare".

Questi gli interventi previsti: Francesca Pietroforte Consigliera Delegata ai Beni Culturali, Ines Pierucci Assessora alla Cultura Comune di Bari, Francesco Lombardo Dirigente del Servizio Beni Culturali e ICO, Micaela Paparella, Consigliera Comunale delegata alle politiche di valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed architettonico; dialoga con l’artista Francesca Pietropaolo, Storica dell’arte.

In occasione della inaugurazione della nuova installazione di Agnese Purgatorio, sarà presentato il catalogo delle due opere dell’artista entrate nelle collezioni della Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari e del Museo Archeologico di Santa Scolastica con un saggio di Francesca Pietropaolo.

Agnese Purgatorio (Bari, vive tra Belgrado e Beirut) è artista multidisciplinare con uno sguardo trasversale orientato sulla complessa realtà che restituisce coniugando etica ed estetica. Le sue azioni e l’attitudine a contaminare linguaggi, in una sfida costante alle convenzioni dell’arte contemporanea, la connotano sin dagli esordi; attraverso linguaggi espressivi diversi, dalla performance alla fotografia, dal video all’installazione, dalla scrittura al suono, dal collage digitale all’analogico, l’artista segue le tracce di un’umanità sempre in transito.

Scrive Francesca Pietropaolo «L’arte di "Agnese Purgatorio" evoca spazi oltre il confine, spazi nel mondo e spazi interiori. [...] Le sue sculture di luce hanno un forte impatto espressivo. Sono inizi di un viaggio che l’osservatore è invitato ad intraprendere con la forza della sua immaginazione. Parole scritte a mano prendono corpo nella materialità duttile del neon e s’illuminano di colore conquistando lo spazio entro cui sono presentate, emergendo dal fondo della parete che le accoglie. Illuminazioni in cui testo e immagine, linguaggio e oggetto sono un tutt’uno, un solo corpo. La scelta del neon come materiale consente all’artista di giocare con la luce, la forma, il colore e lo spazio per creare opere dalla spiccata capacità evocativa pur nella prosaicità del materiale scelto, legato originariamente alle insegne commerciali che animano il tessuto urbano. Questi frammenti di testi-immagini invitano una partecipazione attiva dell’osservatore: per essere pienamente completata, l’opera ha bisogno di essere letta perché l’immagine che essa evoca prenda forma nella mente di chi guarda. L’opera è il luogo, dunque, di un incontro, tra artista e pubblico, tra soggetto creatore e società».

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista e operatore della comunicazione.

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