Tv. Martedì 10 maggio 2016 Lunetta Savino sarà Felicia Impastato su Raiuno

Daniele Martini | 15:43 | 0 commenti | Raccolto in Etichette: , , , , , , ,
Un film intenso, grazie soprattutto alla straordinaria interpretazione di Lunetta Savino, che racconta la storia di Peppino Impastato a partire dal giorno della sua morte, il 9 maggio 1978, e quella di sua madre che, per ventidue anni, ha cercato con tutte le forze la verità sulla morte di suo figlio e la giustizia per quell’omicidio di mafia. È ‘Felicia Impastato’, prodotto da 11 Marzo Film e Rai Fiction e diretto da Gianfranco Albano, che Raiuno propone martedì 10 maggio 2016 in prima serata. 
La protagonista è Lunetta Savino, e con lei ci sono Carmelo Galati, Barbara Tabita e Antonio Catania, quest’ultimo nei panni del giudice Rocco Chinnici, ucciso anche lui dalla mafia proprio mentre indagava sulla morte di Impastato. 
Per quel che riguarda il film, parte con la vile uccisione di Impastato da parte degli uomini di Tano Badalamenti, boss incontrastato di Cinisi, il paese in provincia di Palermo teatro di tutta la vicenda. Vile perché Peppino, oltre ad essere stato massacrato di botte e fatto esplodere sui binari della ferrovia, viene anche fatto passare per un terrorista vittima di un ordigno che egli stesso stava per far esplodere. Felicia non ci crede, conosce bene suo figlio e conosce bene la mafia del paese visto che suo marito ne faceva parte. Inizia perciò, affiancata dal figlio Giovanni, un vero corpo a corpo con la mafia, la giustizia e tutti coloro che si frappongono fra lei e la verità. Fino al trionfo della giustizia quando il 25 ottobre 2000 può finalmente testimoniare in tribunale e puntare il dito su Badalamenti. 
Durante la presentazione del film nella sede della Rai di Roma, c’era Giovanni Impastato che si è detto “molto emozionato da questa fiction che è in continuità con “I cento passi” di Marco Tullio Giordana. Ho tantissimi ricordi di mia madre che, ad un certo punto, ha puntato il dito contro un feroce bandito come Tano Badalamenti, una donna piegata su se stessa che mette in crisi quel mondo mafioso”. Per Impastato, la storia di sua madre e di suo fratello Peppino “danno un messaggio positivo ed educativo. Molti dicono che il nostro Paese non ha memoria e senza memoria non c’è futuro. Questo film è un omaggio alla memoria su cui costruire il futuro”. A chi gli chiede come sia Cinisi oggi, Impastato risponde: “Non tutto è rimasto come prima, qualche piccolo cambiamento c’è stato. La cultura dominante, però, è quella mafiosa. I cento passi è una realtà storica, è la distanza tra casa nostra e quella del boss Badalamenti. Noi abbiamo riempito questo percorso di contenuti, con frasi di Felicia e di Peppino proprio per trasmettere alle nuove generazioni questo messaggio”. Anche per il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta ‘Felicia’ “difende una memoria che si voleva cancellare. È come se noi avessimo preso il testimone da Felicia per continuare a raccontare questa storia”. Una storia di cui ne sa molto Franca Imbergamo (interpretata nel film da Barbara Tabita), giovane magistrato che è riuscita a portare il delitto Impastato in tribunale dopo averne ereditato carte e faldoni da Rocco Chinnici: “Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Chinnici e di raccogliere le sue carte. Chinnici è uno di quegli eroi di questo Paese di cui si parla poco: era un grande uomo. Quando, per primo, disse che quello di Impastato era un omicidio di mafia, qualcuno nelle istituzioni disse che aveva riaperto quell’indagine per accreditarsi presso una certa sinistra. E la cosa peggiore è che lo disse dopo che Chinnici era stato fatto saltare per aria”. 
Per la Imbergamo che ringrazia “il mio vecchio capo Gian Carlo Caselli che ha permesso di dare giustizia a Impastato”, Felicia “è una donna da ricordare perché quando le hanno offerto vendetta, lei ha rifiutato. Voleva giustizia”. Per interpretarla, Lunetta Savino racconta di avere “guardato e riguardato le interviste rilasciate da Felicia che si trovano su internet. Non per imitarla ma perché ci sono delle cose, dei movimenti, dei particolari che servivano per la donna che stavamo raccontando. Spero che Felicia sia un esempio per le donne di oggi e per i giovani”. 

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